MACERATA - Cantieri, impalcature, ponteggi, gru che spuntano sia dentro che fuori le mura. La ricostruzione comincia a vedersi anche nel capoluogo, con la maggioranza dei lavori che sono nella parte antica della città, che ricomprende pure i borghi storici di corso Cairoli e Cavour.
Attualmente sono 50 i cantieri operativi in città, un’accelerazione forte negli ultimi mesi visto che ad aprile ne erano 34. Di questi ben 37 si trovano all’interno del centro storico di Macerata, il che è un fatto positivo, quello dello sblocco delle opere legate alla ricostruzione ed ai vari bonus a sostegno del settore edilizio promossi dal governo, che ha però anche un episodico risvolto negativo per l’impossibilità di occupare suolo pubblico per le varie manifestazioni. Per cui alcuni posti di sosta auto sono stati tagliati via per motivi di sicurezza, altri perché non più richiesti dagli operatori economici ed altri ancora perché occupati dai cantieri edili.
«Questi dati sono legati all’occupazione del suolo pubblico richiesta al Comune –afferma l’assessore all’Urbanistica, Silvano Iommi- poi a questo numero che riusciamo a monitorare devono essere aggiunti tutti quei cantieri che si trovano in altre zone dove non è richiesta la domanda di occupazione del suolo pubblico, come le aree agricole, e anche tutti quegli interventi all’interno delle abitazioni legati ai vari bonus edilizi che si possono sfruttare in questo momento. Va detto che in molti casi si intersecano nella stessa pratica il bonus sisma con il Superbonus ed il miglioramento energetico, per cui il Comune non riesce a monitorare il tipo di intervento edilizio che viene messo in atto. Come si può notare la maggior parte dei cantieri sono nel centro storico, inclusi i borghi Cairoli e Cavour e la zona di San Giuliano, mentre 13 in altre aree della città».
Certo è che, anche se con danni lievi rispetto ad altri paesi dell’entroterra, pure Macerata sconta i danni procurati dal terremoto del 2016 al proprio patrimonio immobiliare. «Nel capoluogo si stima che siano circa 700 gli interventi di ricostruzione degli edifici, dati che sono legati alle denunce danni giunte all’ufficio sisma – prosegue Silvano Iommi-.
«E’ evidente che qualche disagio si potrà creare –ammette l’assessore all’Urbanistica- anche nella viabilità ma di questo dobbiamo farcene una ragione perché servirà al recupero e miglioramento del patrimonio urbanistico della città di cui tutti se ne avvantaggeranno. Nell’immediato questa partenza di tanti lavori ha comunque riflessi positivi su Macerata perché innesca un forte impulso all’edilizia che porta con sé l’arrivo e l’occupazione di manodopera specializzata ed operai che, al momento, può essere calcolata in circa 250 unità che vengono anche da fuori provincia che per mesi e forse per anni dovranno risiedere in città, con tutto quello che ciò comporta anche a livello economico. Visto l’andamento delle pratiche edilizie che arrivano in Comune credo che entro l’anno o al massimo nei primi mesi del 2022 queste cifre legate all’apertura di cantieri nel capoluogo possono aumentare ulteriormente almeno di un altro 30%, ma posso anche spingermi a dire che si potrebbe raddoppiare il numero degli attuali cantieri. C’è stato un lungo periodo legato alle progettazioni ma adesso stiamo entrando nella fase concreta della partenza dei lavori: dall’ingorgo dovuto alle pratiche da perfezionare in passato adesso passeremo ad una situazione simile per l’avvio dei cantieri della ricostruzione che restituiranno alla città edifici sicuri, moderni e certamente più belli».