Chiusure nel weekend, il parco commerciale Corridomnia va al Tar. «Basta con le disparità»

Chiusure nel weekend, il parco commerciale Corridomnia va al Tar. «Basta con le disparità»
Chiusure nel weekend, il parco commerciale Corridomnia va al Tar. «Basta con le disparità»
di Marco Pagliariccio
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Giovedì 1 Aprile 2021, 09:13 - Ultimo aggiornamento: 15:57

MACERATA - Sembrava sopita la guerra che i parchi commerciali avevano sollevato a ridosso dello scorso Natale sulla loro assimilazione ai centri commerciali. E invece il patron del Corridomnia Alfio Caccamo ha annunciato di aver presentato un ricorso al Tar Lazio per impugnare tutti gli atti che impongono la chiusura - nei fine settimana anche in zona gialla e arancione - alla struttura corridoniana e all’altra di sua proprietà, il Voghera Est in provincia di Pavia. Quello che contesta l’imprenditore ormai da mesi è la disparità di trattamento tra i negozi della superficie di vendita a due passi dalla superstrada e i centri cittadini o le medie strutture di vendita delle grandi catene situate nelle aree commerciali di tutta la provincia. 

 
«Continuiamo a non capire perché veniamo trattati in maniera diversa da un centro storico pieno di negozi quando invece qui da noi il flusso di persone per evitare gli assembramenti sarebbe anche più facile da gestire visti i servizi e gli spazi che ci sono – evidenzia Caccamo –. I centri cittadini sono molto più difficili da gestire, senza parcheggi e con l’impossibilità di controllare tutta la gente. Se qualcuno dovesse costruire oggi una struttura di vendita pensando a vincoli epidemiologici non potrebbe che prendere il Corridomnia a modello. Quindi perché noi dobbiamo stare chiusi e altri aperti? O tutti o nessuno». Caccamo ha stimato le perdite nell’ultimo anno a causa dei vari Dpcm in circa 350 mila euro. «E parlo solo di mancati affitti, a fronte di 15 mila euro di credito d’imposta – aggiunge l’imprenditore –. Addirittura mi sono arrivate le 600 euro, mi hanno fatto vergognare. Per fortuna il parco ha ormai uno zoccolo di clienti affezionati, che vengono comunque quando siamo aperti, e pure potenziali investitori che vorrebbero aprire negozi qui, anche se non so dove metterli. Da Conte a Draghi la musica non è cambiata, per cui abbiamo messo mano al ricorso: io credo sempre nella legge, vedremo quale sarà il pronunciamento del Tar. Io sono d’accordo con le chiusure totali di questo periodo per ripartire in sicurezza dopo, ma se la situazione dovesse migliorare perché solo noi dovremmo restare chiusi nel weekend?». Al suo fianco Caccamo avrà Mario Montalboddi, che del Corridomnia e del Voghera Est è stato progettista. «Noi contestiamo il fatto che medie strutture di vendita singole potevano restare aperte mentre un gruppo di medie strutture di vendita come il nostro no – rimarca l’architetto –. Caccamo ha provato in tantissime sedi a farsi portavoce di questa situazione caotica che si è venuta a creare, ma tutti capivano e nessuno agiva. Si sperava che col passare dei mesi e il susseguirsi delle ordinanze questo aspetto sarebbe stato corretto e invece così non è stato. Per questo si è giunti al ricorso al Tar. Tutto è poi aggravato dall’interpretazione dei singoli Comuni o delle singole Regioni. Corridonia, ad esempio, l’ha interpretato in maniera molto rigida, mentre a Civitanova le maglie sono state più larghe». 
Linea diametralmente opposta invece quella seguita da Gianluca Tittarelli per il centro commerciale Val di Chienti, che del Corridomnia, pur nelle differenze, è concorrente diretto. Secondo il direttore della grande struttura di Piediripa il rispetto della legge e l’attenzione alla salute devono prevalere su tutto il resto. «Non credo sia giusto dire che il Corridomnia è un parco commerciale quando si fa comunicazione e poi invece quando non fa comodo fare retromarcia – evidenzia Tittarelli –. Noi non faremo niente di tutto ciò perché, anche se il momento è complicato ed esasperante per tutti, non penso sia con una battaglia legale che si rimetta in sesto la situazione». 
«Noi abbiamo voluto prendere un’altra direzione - prosegue - e infatti qualche settimana fa avevamo manifestato al Comune la nostra disponibilità a concedere gli spazi di alcuni locali vuoti all’interno del centro commerciale per i vaccini.

C’è stato un sopralluogo con il sindaco Parcaroli e l’assessore Renna, poi alla fine hanno scelto un altro capannone e va benissimo: noi pensiamo solo a dare il nostro contributo»

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