«Questa è una manifestazione in risposta alle parole di Elena, la sorella di Giulia Cecchettin. Abbiamo deciso di prendere in considerazione la sua richiesta di bruciare tutto e quindi siamo qui per fare rumore. Noi non abbiamo bisogno di silenzio ma di alzare la voce in memoria di quelle donne che non ci sono più ma soprattutto per quelle che ogni giorno subiscono violenze psicologiche, fisiche e molestie. Che vivono tutti i giorni dentro una società dove gli uomini fanno fatica a riconoscere la responsabilità che hanno nelle nostre vite.
La richiesta
Il corteo è partito un quarto d’ora dopo circa, con i manifestanti che si sono aggiunti man mano che si avanzava fino ad arrivare a più di un centinaio. Varie le soste fatte dagli organizzatori in corso Garibaldi di cui una particolarmente significativa sotto la facoltà di Filosofia dell’università. Alle 18.30 la marcia si è conclusa in piazza Battisti. Molti gli slogan e i discorsi intervallati dai vari minuti di rumore e musica fatti con strumenti come i tamburi e le casse, ma anche rudimentali come i mazzi di chiavi. Vari i discorsi per richiedere maggior intervento istituzionale, per evidenziare l’obbligo di mutare determinati atteggiamenti oltre che un ricordo di Giulia e delle altre vittime. Tutto questo rumore per un vero cambiamento.