«Un controllo per ogni età. Così si salvano i nostri occhi». La ricetta dell'oculista marchigiano Sprovieri

«Un controllo per ogni età. Così si salvano i nostri occhi». La ricetta dell'oculista marchigiano Sprovieri
«Un controllo per ogni età. Così si salvano i nostri occhi». La ricetta dell'oculista marchigiano Sprovieri
di Chiara Morini
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Martedì 17 Ottobre 2023, 18:28 - Ultimo aggiornamento: 18:36

ANCONA Salvaguardare gli occhi attraverso la prevenzione oculistica: è essenziale, anche perché spesso si sottovaluta l'importanza di andare a controllarsi dall'oculista, in assenza di particolari disturbi visivi.

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Le patologie

Nelle Marche, fortunatamente, il settore è ben coperto. «Aree scoperte spiega il dottor Carlo Sprovieri, primario di oftalmologia all'ospedale Murri di Fermo non ce ne sono, nella nostra regione il settore oculistico ha professionisti di livello.

Si trattano i problemi dalla cornea alla retina, dai trapianti più avanzati a quelli parziali "lamellari" per il glaucoma, si affrontano bene i distacchi di retina e anche le patologie dei bambini». È fondamentale fare del tutto per prevenirle ed è importantissimo, spiega, «andare dall'oculista per fare una visita non solo quando la vista cala o ci si vede di meno, sono tante le patologie che non danno sintomi». La visita oculistica, quindi, va fatta, periodicamente, ma ci sono delle fasi della crescita e maturazione della persona, nelle quali ci si deve controllare per escludere patologie particolari. Ci sono alcuni step fondamentali da non saltare.

La prevenzione

Si comincia da subito, con la visita appena nasce il bimbo, per escludere malattie ereditarie e altre patologie, come cecità riferite al collegamento cervello/occhio. «Il primo passo poi spiega è la visita oculistica ai bimbi di 3 anni di età. La visita a questa età è importantissima, perché se ci dovessero essere problemi si può intervenire e correggerli». L'occhio si sviluppa da 0 a 6/7 anni, una fascia di età in cui si formano le connessioni con il cervello e se il segnale non arriva correttamente o non c'è, il problema resta definitivo. «Il rischio spiega è di avere un occhio pigro, tecnicamente ambliopia». Un problema che può diventare definitivo. Importante poi è tenere sotto controllo l'età dello sviluppo, «quando cambia l'anatomia degli occhi, poi alla maggiore età, circa 21 anni, si può intervenire per correggere, ad esempio con un laser, eventuali difetti visivi». Altra fase importante per i controlli è quella dell'età adulta. «Siamo intorno ai 50-60 anni puntualizza il dottor Sprovieri in questa fase di età è diffusa la patologia del glaucoma, da molti definita "il ladro della vista", che colpisce in maniera particolare coloro che hanno familiarità. Nella visita di controllo si valuta la pressione dell'occhio e si fa una diagnosi tramite campo visivo. Un'altra decade importante è quella tra i 60 e i 70 anni: qui il rischio è per una degenerazione maculare senile e per la cataratta. Anche nel primo caso i sintomi sono lenti e se la persona li avverte, la patologia è avanzata. Si notano ad esempio una macchia centrale nel campo visivo e il rischio è che non si riesca più a leggere. L'incidenza in questo caso è altissima, diagnosticarla per tempo vuol dire curarla o anche rallentarla». Cosa fare però nella vita di tutti i giorni? Soprattutto in un periodo storico in cui schermi, dispositivi e apparecchiature varie fanno parte della quotidianità di tutti?

La quotidianità

«Con l'utilizzo degli schermi spiega il dottor Sprovieri l'insorgenza della miopia è cresciuta, quasi per un adattamento alla nuova era digitale». Il consiglio è quello di alternare attività digitali ad altre più "analogiche". Ci sono diverse classificazioni di miopia, anche oltre 10 gradi e lì l'occhio è in particolare sofferenza. «Alla miopia aggiunge Sprovieri si possono accompagnare degenerazioni del tessuto retinico, con distacchi o patologie della macula». Carlo Sprovieri, dopo aver concluso gli studi all'Alma mater studiorum di Bologna è stato a lungo dirigente medico all'ospedale regionale di Torrette e dal 2016 è primario di oftalmologia dell'ospedale Murri di Fermo. È specializzato per il trattamento chirurgico della cataratta, delle patologie vitro-retiniche, del glaucoma.

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