L'enologa Paola Cocci Grifoni, è lei l'ambasciatrice dei vini del Piceno

L'enologa Paola Cocci Grifoni, è lei l'ambasciatrice dei vini del Piceno
L'enologa Paola Cocci Grifoni, è lei l'ambasciatrice dei vini del Piceno
di Raffaello De Crescenzo
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Sabato 6 Aprile 2024, 06:05 - Ultimo aggiornamento: 11:23

Parlare con Paola Cocci Grifoni, enologa e nota produttrice di vini del Piceno (la tenuta di famiglia si trova tra Offida e Ripatransone), significa immergersi nel mondo del vino con garbo, stile ed eleganza, lasciandosi contagiare dal suo amore per il Piceno. «Siamo custodi della nostra terra e dobbiamo prendercene cura, partendo dal terreno – esordisce l’enologa –. Abbiamo un patrimonio vitivinicolo inimitabile, di cui non possiamo mai essere paghi e mai stancarci: un patrimonio per cui dobbiamo impegnarci e che dobbiamo divulgare e diffondere».

Proprio per questo, da ormai quasi 20 anni, Paola Cocci Grifoni trasmette le sue conoscenze con corsi e incontri di avvicinamento al mondo del vino, partendo dalle denominazioni e dalle identità varietali di uno specifico territorio. «Apprezzare un calice, significa anche sapere come quel vino è stato prodotto per essere in grado di comunicare e apprezzare a pieno la bellezza di cui siamo circondati quando passeggiamo all'interno dei nei nostri vigneti».

Il papà Guido

Ambasciatrice e custode “del divino mondo del vino”, dalle sue parole traspare sempre forte il ricordo del padre, Cavaliere del Lavoro Guido Cocci Grifoni: «Fu lui ad indirizzarmi verso l’Istituto Tecnico Celso Ulpiani di Ascoli Piceno, dove mi sono specializzata in Enologia e Viticoltura, diplomandomi nel 1991. «Erano anni di transizione per gli aspiranti enologi, che dovevano comunque conseguire la laurea: «Per questo motivo mi iscrissi all’Università di Ancona, frequentando l'orientamento “Viticoltura ed Enologia” della Facoltà di Agraria in Tecnologie Alimentari», ci spiega ancora la dott.ssa Cocci Grifoni, che nel 1996 raggiunse il traguardo di esser la prima enologa donna dell’Ateneo dorico. Soddisfazione a cui si aggiunse quella di esser stata selezionata tra i migliori allievi di tutta Europa, per il master in Enologia della Cattolica di Piacenza.

L’ingresso in azienda

Durante gli anni '90, il suo ingresso ufficiale in azienda, per occuparsi degli aspetti analitici, legislativi, produttivi e di ricerca sui lieviti, in vinificazione che la portano a dedicarsi fortemente alla microbiologia, supportando il padre a tutto tondo. «Un percorso che mi ha lasciato una grande eredità, non solo dal punto di vista professionale, ma anche personale».

Non ha dubbi, quando le chiediamo una sua definizione di vino: «Una bevanda importante nella nostra dieta alimentare mediterranea e universale, così tanto antica, quanto “DiVina”, a un ruolo edonistico e di convivialità, tramite il quale si dona una unicità territoriale che deve rappresentare lo stile aziendale, contraddistinguendo la propria arte di saper fare il vino». Torna spesso, nelle sue parole, il concetto di territorio, elemento fondamentale, da tutelare e valorizzare, grazie soprattutto ai vitigni autoctoni. Pecorino, passerina, montepulciano e sangiovese, i suoi vitigni prediletti. Gli ultimi due addirittura fondamentali per costruire la sua esperienza nel mondo della vinificazione, della maturazione e dell'affinamento del Rosso Piceno Superiore. Ricordiamo che la Doc Rosso Piceno risale al 1968 e caratterizza la zona collinare del Piceno

Il pecorino

Gli fa da contraltare, per quanto riguarda i bianchi, il pecorino, nel cui percorso di riscoperta, la famiglia Cocci Grifoni ha svolto un ruolo fondamentale: «Si tratta del primo vino imbottigliato come vino da tavola bianco, nel 1990, che fu recuperato da mio padre dalla zona collinare di Pescara del Tronto, a 800 m slm – ci spiega Paola Cocci Grifoni –. Un vino unico, speciale, emerso in un momento in cui si focalizzavano le attenzioni solo sull'internazionalizzazione delle varietà a bacca gialla e a bacca nera».

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