Nel Governo e nel Comitato tecnico scientifico c'è preoccupazione per le prossime feste di Natale: oggi dovrebbe arrivare la decisione su un eventuale nuovo dpcm con le misure restrittive per limitare i contagi di coronavirus nel Paese. Agostino Miozzo, coordinatore del Cts, stamattina a Radio anch'io su Rai Radio 1 ha parlato dell'eventualità di una deroga per il pranzo di Natale con due parenti stretti, affermando che in questo momento si stanno cercando «delle alchimie per venire incontro alle legittime aspettative di milioni di persone. Ogni paese dà le sue indicazioni, 2, 4 o 6 persone a tavola, e tutte cercano di andare incontro alle esigenze della popolazione pur consapevoli che sono esigenze ad alto rischio».
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«Era ben nota la mobilità di tanti milioni di italiani, ed era una delle grandi preoccupazioni e nonostante tutto continuiamo a dire: - ha sottolineato Miozzo - 'attenzione! Quando raggiungerai i tuoi cari e ti ricongiungerai almeno se non puoi evitare di raggiungerli, almeno quando li hai raggiunti adotta tutte le quelle precauzioni indispensabili per i periodi in cui sarai con loro e se necessario anche in casa usa la mascherina, mantieni le distanze non ti lasciare andare a quegli stimoli che sono naturali nel rapporto affettivo e affettuoso che hai con le persone a te care perché potresti essere potenzialmente un pericolo».
«Le indicazioni sono di preoccupazione per questa disgraziata curva. Oggi siamo vicini ai 20mila contagi e ai 600 morti al giorno, le prossime 3 settimane saranno fondamentali perché rischiamo di tornare a 40mila casi al giorno oppure scendere.
«Abbiamo più volte detto che noi diamo indicazioni di carattere scientifico, poi spetta al governo e ai governatori locali la decisione più appropriata per quello specifico territorio. Noi diamo delle indicazione e le nostre indicazioni sono di grande estrema preoccupazione per l'andamento della curva epidemica». «E quindi adesso bisogna declinare queste preoccupazioni in reazioni e in interventi che devono essere realizzati e quindi zona rossa o zona arancione ma in tutti i casi ridurre la mobilità, ridurre gli incontri e ridurre tutte le possibilità di diffusione. La curva è ancora ad alto rischio i numeri sono troppo elevati», ha aggiunto il coordinatore del Cts.
Quanto al piano vaccini: «Questo è il più grande piano di vaccinazione nella nostra storia in tempi così ravvicinati, quindi non si poteva immaginare che una bacchetta magica avrebbe risolto il problema. Il problema è quello della produzione di miliardi di dosi di vaccini perché non c'è solo l'Italia, c'è il pianeta intero a dover essere vaccinato», ha detto confermando che si inizierà dagli operatori sanitari, dalle categorie ad alto rischio, sottolineando che «è auspicabile che entro la fine della primavera una gran parte della popolazione sarà vaccinata. Ho comunque la percezione - ha concluso - che il nostro piano sia a buon punto».