PORTO SANT’ELPIDIO - È appena uscito e già fa discutere il bando per affittare 305 mq di commerciale al polo Gigli: il Comune di Porto Sant’Elpidio ha stabilito un costo di 81.500 euro per fare i bagni, gli impianti e i pavimenti. Cifra che dovrà pagare il locatario e che gli sarà detratta dal canone di affitto, stabilito in 3mila euro al mese. Significa che il locatario per 28 mesi non paga l’affitto dovendo sistemare il locale per un’attività di somministrazione di alimenti e bevande.
I dubbi
Ma il bando non convince il capogruppo di Fratelli d’Italia Giorgio Marcotulli, che ieri ha inviato una richiesta formale al Comune per sospendere il bando che, a suo avviso, «è costruito ad hoc».
La trasparenza
Per Marcotulli il bando «è costruito ad hoc per qualcuno, senza se e senza ma. Un bando che lede i diritti di trasparenza, imparzialità e par condicio e potrebbe determinare conseguenze per l’Ente. Ci è voluto un anno e mezzo per decidere e ora si chiude la partita a ridosso delle elezioni, con soli 30 giorni di tempo e con la Pasqua e il Primo Maggio compresi. Non è un tempo adeguato a formulare un’offerta ragionata. È irresponsabile chiedere a chi vuole partecipare di fare una valutazione per un investimento di 300mila euro in così poco tempo. In questo lasso temporale, oltre alla valutazione economica, l’interessato deve individuare un professionista per sviluppare il preliminare e una proposta che preveda arredi, impianti, materiali di finitura». Marcotulli ieri ha inviato una pec al Comune, chiedendo la sospensione dei termini «per lesione dei diritti d’imparzialità e libero accesso al bando. Diffido ufficialmente l’amministrazione comunale a procedere - dice - tra le questioni da approfondire la scelta del canone di locazione minimo».
Le cifre
Secondo l’esponente dell’opposizione «non si capisce perché sia stato deciso dal dirigente e non dalla giunta nell’atto di indirizzo di pochi giorni fa, dove si stimavano costi di 65mila euro per adeguare il locale mentre nel bando la cifra è di 81.500 euro, né si diceva nell’atto di indirizzo che questa somma sarebbe stata detratta. Non è questione di poco conto dato che per due anni e mezzo il Comune non incasserà l’affitto».