FERMO - Sta per scadere il tempo a disposizione dei proprietari dei terreni da espropriare per realizzare le opere di adduzione al nuovo ospedale di Campiglione per dire la loro. A inizio mese, la Provincia ha spedito le raccomandate informative. Nelle lettere c’era anche la stima del corrispettivo che i proprietari dovrebbero ricevere in cambio dei beni espropriati. Loro non potranno opporsi, ma chiedere chiarimenti e modifiche alle bozze di progetto o, nel caso, contestare le stime delle indennità.
Con i suoi sette chilometri e mezzo da allargare, delle quattro opere previste, la Lungotenna è quella con più proprietari da espropriare.
La questione potrebbe arenarsi se uno o più proprietari decidesse di opporsi. L’opposizione non può riguardare l’esproprio, che è garantito dalla Costituzione, ma l’ammontare del compenso. A quel punto, si aprirebbero due strade. Che corrispondono ad altrettanti articoli del Testo unico sulle espropriazioni per pubblica utilità. Il 21 dà la possibilità al proprietario di nominare un tecnico per stimare il bene da espropriare e prevede tempi più lunghi. Il 22 bis, in caso di lavori da fare con urgenza, consente di stimare l’indennità provvisoria e di occupare subito il bene. Il proprietario potrà comunque opporsi, ma intanto la procedura andrà avanti. Il progetto per la Lungotenna prevede un ampliamento di 3 metri della carreggiata che, dagli attuali 5,5, diventerà di 8,5 (due corsie da 3,25 metri ciascuna e due banchine da un metro l’una).
L’incrocio con la Faleriense, zona Campiglione, sarà regolato da una rotatoria di 20 metri di raggio o, in alternativa, da uno svincolo a raso a tre vie. Prevista anche una variante di 300 metri per bypassare la strettoia all’incrocio e le case che lì insistono. Il passo successivo sarà il progetto definitivo che potrebbe in parte modificarlo. L’opera, che è la più consistente delle quattro, costerà 5,140 milioni.
Un’altra è la rotatoria di San Marco, tra la Statale e la Provinciale Paludi (800mila euro) che sarà a tre rami e avrà un diametro di 35 metri. La corta per Torre San Patrizio prevede l’ammodernamento della Provinciale 203 (700mila euro) che passerà dai 4-5 metri attuali di carreggiata a 6. L’innesto della Provinciale 203 sulla Provinciale 219 resterà quello attuale, ma è prevista una diversa regolamentazione delle immissioni. La quarta opera riguarda la Mezzina, all’incrocio tra le provinciali 219 e 9 (560mila euro), dove sarà realizzata una rotatoria del diametro di cinquanta metri e una torre faro centrale per l’illuminazione.
Opere che si aggiungono agli altri interventi completati o in corso e non collegati al futuro ospedale, come la rotatoria sulla Valdaso a Valmir, già aperta, di cui abbiamo riferito ieri, e i lavori sulla Statale in centro a Pedaso per la rotatoria all’incrocio fra la strada che porta al lungomare e la Valdaso. Un punto caldo della viabilità fermana, teatro, anche per i problemi sull’A14, di file a attese.