Industriali a confronto, a Fermo c'è il presidente Bonomi: «Il made in Italy? Servono strade e servizi»

Industriali a confronto, a Fermo c'è il presidente Bonomi: «il made in Italy? Servono strade e servizi»
Industriali a confronto, a Fermo c'è il presidente Bonomi: «il made in Italy? Servono strade e servizi»
di Massimiliano Viti
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Sabato 2 Dicembre 2023, 05:00 - Ultimo aggiornamento: 11:13

FERMO - «Sei mesi con l’acceleratore, poi un calo produttivo e commerciale. Torna a crescere la cassa integrazione nel terzo trimestre, a conferma del calo della produzione». È il quadro economico locale che il presidente di Confindustria Fermo Fabrizio Luciani ha tracciato durante l’assemblea generale annuale della locale associazione datoriale che si è svolta ieri mattina al teatro dell’Aquila di Fermo alla presenza di un paio di classi del Liceo classico e scientifico.

«La dinamica complessiva rimane ancora molto debole.

Alcune ragioni sono storiche: dipendiamo dal calzaturiero e dagli accessori e abbiamo imprese piccole che risentono della frenata della domanda estera. A questo si aggiunge il mercato interno che da anni ci riserva performance insufficienti. Tranne che nel settore edile, che grazie al sistema dei bonus ha fatto registrare risultati positivi» ha proseguito Luciani.


Le priorità


Che ha elencato le emergenze da affrontare: infrastrutture, competenze delle risorse umane e formazione, innovazione, digitalizzazione e sviluppo più sostenibile. Il tema centrale dell’assemblea è stato il made in Italy, fil rouge con il quale gli intervenuti hanno tessuto le loro argomentazioni. Il sindaco di Fermo Paolo Calcinaro, ad esempio, ha evidenziato come il Fermano sia «oggetto di forti investimenti» e di come il nuovo ospedale comporti «100 milioni di euro di investimenti». E poi l’appello alle aziende di non lasciarsi sfuggire i laureati della facoltà fermana di Ingegneria gestionale.

«Non fermiamoci all’orgoglio del saper fare» è stata la frase simbolo dell’intervento di Roberto Cardinali, presidente di Confindustria Marche, che ha evidenziato il problema dimensione delle imprese, ma anche la loro vivacità: «C’erano 45 milioni di euro nel bando ricerca e sviluppo e sono arrivate richieste per 110 milioni di euro». Molto interessante la tavola rotonda, con focus sull’ospitalità. I limiti marchigiani e fermani, secondo Nardo Filippetti, presidente di Lindbergh Hotels & Resorts, sono la debolezza infrastrutturale, l’incapacità di fare squadra, di comunicare e di vendere un prodotto turistico per 12 mesi l’anno e non solo nei mesi estivi.


Il racconto


L’esperienza personale raccontata dallo chef stellato Richard Abou Zaki di Retroscena è stata forse la più ascoltata dai ragazzi. Da pupillo di Massimo Bottura ad un’avventura in una terra sconosciuta. «In questi anni ho visto una grande crescita del Fermano. La qualità dell’offerta è raddoppiata. Le Marche e il Fermano devono diventare una meta turistica non solo una regione di passaggio per chi da Nord va a Sud» ha detto il giovane chef.


Roberto Tallei, che ha moderato l’assemblea, ha intervistato Valentino Valentini, viceministro delle imprese e del made in Italy. Che ha ricordato come «Il made in italy non è dove ma come si fanno le cose. Il made in Italy deve essere una mission. Una valorialità da portare avanti». Ma ha fornito una risposta molto evasiva sulla questione del credito di imposta. Il presidente nazionale di Confindustria Carlo Bonomi ha invece eseguito una disamina a livello economico e politico dell’Europa.

«In Italia i problemi sono sempre quelli da 50 anni» ha affermato Bonomi che si è espresso molto chiaramente su macro temi che toccano tutte le aziende come il tasso di interesse, la politica monetaria della Bce e l’inflazione.

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