La scelta verde fa bene al clima e al portafoglio

La scelta verde fa bene al clima e al portafoglio

di Roberto Danovaro
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Giovedì 23 Gennaio 2020, 12:43
Si discute da decenni di cambiamento climatico, ma l’allarme oggi, finalmente ha preso centralità nel dibattito nazionale. Assistiamo a manifestazioni di piazza, tensioni internazionali, ma anche a strategie economiche che manifestano una nuova sensibilità. Ma cosa vuol dire «riscaldamento globale»? E cosa rischiamo, ogni giorno, anche nella nostra Regione quando la temperatura sale più del dovuto? E quali saranno le conseguenze per la nostra vita quotidiana? Facciamo un passo indietro per ricordare cosa è successo nel 2019. Un’ondata di calore ha soffocato l’Europa infrangendo tutti i record possibili. Il 27 giugno, il termometro ha sfondato i 40 gradi in Italia, Francia e Germania. Il 25 luglio il record di Parigi, oltre i 42 gradi, ma valori simili in Nord Italia, Germania, Polonia. Luglio 2019 è stato il mese più caldo mai registrato nel mondo negli ultimi 140 anni. Il record ha scatenato un’allerta globale. Abbiamo poi avuto un autunno particolarmente mite, e con l’eccezione di poche giornate, si poteva girare quasi in maglietta fino a Dicembre. L’Organizzazione meteorologica mondiale dell’Onu ha dichiarato che il 2019 è stato uno degli anni più caldi della storia e forse al secondo posto nella classifica dei record di caldo da quando si fanno rilevazioni dirette. Il pianeta sta attraversato una decade di calore “eccezionale” e che ogni anno, dal 2015 ad oggi, ha segnato un nuovo record. Le statistiche indicano che da gennaio a quasi fine anno le temperature in Italia si sono mantenute 1,1 gradi centigradi sopra i livelli pre-industriali. Le Marche non fanno eccezione. La nostra regione e l’intero Adriatico stanno registrando una progressione delle temperature medie veramente impressionante. Negli ultimi 10 anni, nelle Marche le temperature minime medie sono cresciute di circa mezzo grado. Se continua così da qui a 20 anni avremo superato tutti i limiti che ci eravamo prefissati di non superare nel 2050. Non va meglio per i nostri mari. La temperatura della parte settentrionale del Mare Adriatico negli ultimi 30 anni è aumentata di oltre 1,5 gradi. Alla luce di questi cambiamenti si può rispondere in modi diversi. Alcuni possono pensare che più caldo fa e meglio si sta. Ma questa sciocca considerazione potrebbe essere pagata a caro prezzo quando d’estate soffriremo di siccità e razionamento d’acqua, o costi enormi di energia elettrica per i condizionatori, e conteremo molte morti di anziani o pazienti dovuti a picchi di caldo. La nostra agricoltura ne soffrirà con un inevitabile aumento dei prezzi dei prodotti. Il mare Adriatico sta diventando così caldo che l’ingresso di specie tropicali sembra inarrestabile. Stanno scomparendo le foreste di alghe brune che preferiscono le basse temperature e stiamo così perdendo molti habitat essenziali per la qualità delle acque e la pescosità dei nostri mari. Con le alte temperature aumenteranno le esplosioni di alghe tossiche e già oggi lungo le coste italiane vengono pescati pesci palla tropicali che producono tossine mortali se vengono cucinati da un ignaro pescatore di bolentino. Ma al di là di tutte le evidenze scientifiche basta guardare indietro nel tempo di pochi decenni per ricordarci un mondo diverso da oggi. Cosa possiamo fare quindi per combattere i cambiamenti climatici? La risposta a questa domanda non è semplice, perché molto dipenderà dalle scelte che i governi dei paesi del mondo faranno. Tuttavia, alcune misure possono essere prese in ogni regione che voglia abbracciare il New Green Deal europeo, ovvero la grande promessa di un futuro ecologicamente sostenibile. Ad esempio, nelle Marche si possono avviare politiche per una agricoltura biologica, senza pesticidi, con piante in grado di consumare meno acqua o resistere meglio a condizioni di siccità. Possiamo ridurre i consumi di combustibile fossile, usare più energie rinnovabili e aumentare le postazioni per auto elettriche, favorendone l’accesso nelle città. Possiamo ridurre la pesca non sostenibile e aumentare le zone verdi, le aree protette e i Parchi naturali. Possiamo abbattere vecchi edifici in disuso per sostituirli con nuove abitazioni a risparmio energetico. Si potrà combattere di più il cambiamento climatico globale risparmiando energia e utilizzando le migliori tecnologie per trovare altre soluzioni. In Italia, tra il 1996 e il 2000, quando Edo Ronchi fu Ministro dell’Ambiente, per un giorno nell’arco dell’anno siamo stati completamente autosufficienti per l’energia utilizzando solo fonti rinnovabili. Se avessimo continuato con coraggio a proporre politiche ambientali intelligenti, oggi potremmo godere di molti mesi in piena autosufficienza grazie alle sole fonti rinnovabili, con grande beneficio per il clima e per la nostra economia.

Docente all’Università Politecnica delle Marche e presidente della Stazione zoologica-Istituto nazionale di biologia, ecologia e biotecnologie marine
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