Paola, tu vola sempre più in alto di chi fa piccola la grande Italia

​Paola, tu vola sempre più in alto di chi fa piccola la grande Italia

di Sauro Longhi
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Lunedì 24 Ottobre 2022, 21:31

Abbiamo un nuovo Governo, prima di commentare aspettiamo di conoscere le politiche che intende proporre, anche se già prevedibili. Scelgo lo sport e in particolare la pallavolo, la nazionale maschile è campione del mondo, quella femminile per un soffio non c’è riuscita, hanno vinto tutte le partite tranne quella contro il Brasile. Proprio dopo la sconfitta che ha chiuso la strada verso la finale, sono iniziati gli insulti contro la nostra migliore giocatrice Paola Egonu, mettendo in dubbio la sua nazionalità italiana solo per il fatto che i suoi genitori sono nati in Nigeria. Paola è nata in Italia e come sempre accade ha ottenuto la cittadinanza italiana solo dopo molti anni, nel suo caso molto fortunato, dopo 16 anni.

Seguendo l’esempio dell’ex presidente Draghi, dovremo tutti esprimere piena solidarietà a Paola e alle tante ragazze e ragazzi che pur essendo nati in Italia, ed avendo frequentato le nostre scuole, acquisita la nostra lingua, appresa la nostra storia, continuano ad essere considerati stranieri solo perché figli di immigrati. Nel caso di Paola dovremo essere orgogliosi della bellezza e della leggerezza del suo volare più in alto delle avversarie, dell’eleganza delle sue azioni in campo, della fierezza con cui indossa la maglia azzurra. Eppure, qualcuno pensa che non sia italiana. Il Paese ha bisogno di queste ragazze non solo per la nazionale di pallavolo, ma per mantenere grande l’Italia. Abbiamo bisogno di giovani, di tanti giovani, per garantire un futuro a tutti.


Da alcuni anni la popolazione italiana è iniziata a calare, e secondo le ultime previsioni Istat, in 50 anni il nostro Paese conterà 11,5 milioni di cittadini in meno, con seri problemi di equilibrio sociale: solo una metà delle persone sarà in età lavorativi, mentre oggi il rapporto è 3 su 2. Con una riduzione così marcata ne seguirà una contrazione del Pil con tutte le possibili implicazioni sul debito pubblico. Il contrasto alla denatalità richiede la pianificazione di strategie di lungo orizzonte, che vanno oltre la singola legislatura. L’unica soluzione percorribile è incrementare la natalità con politiche attive capaci di aiutare le giovani coppie a creare una famiglia, favorendo organizzazioni flessibili del lavoro, incentivando lo smart working, tanto utilizzato durante la pandemia, e aumentando i servizi per l’infanzia, come scuole materne e asili nido.

La denatalità è maggiore al sud, dove i servizi per l’infanzia sono praticamente assenti. Basterebbe copiare da quei Paesi che già adottano queste politiche, ad esempio la Francia, dove la popolazione, anche se di poco, è aumentata negli ultimi anni.

Con saldi demografici così negativi e politiche che richiedono programmazione sul medio lungo periodo, ancora assenti, l’Italia dovrà far ricorso a flussi migratori per contrastare l’invecchiamento della popolazione e scongiurare l’insolvenza del debito pubblico. Prima ancora riconoscere la cittadinanza a “tutti” i bambini che nascono e studiano in Italia, evitando ogni forma di emarginazione e di disparità verso i figli delle famiglie di immigrati che tanto contribuiscono alla ricchezza del paese. Abbiamo inoltre bisogno di attirare nel nostro paese persone di talento non solo sportivo. Nelle Università già da diversi anni si attuano politiche per favorire l’iscrizione di studenti stranieri. Si è compresa l’importanza per il Paese di avere più laureati indipendentemente dalla loro nazionalità. Quest’anno grazie ai fondi del Pnrr, il sistema delle Università ha avviato oltre 20 dottorati di ricerca di interesse nazionale nelle tematiche di maggiore interesse, che vanno dalla robotica e sistemi autonomi, alla sicurezza, o al fotovoltaico, e per le numerose posizioni disponibili con borse di studio triennali, sono stati ammessi tanti studenti stranieri.

Un modo per attrarre studenti da paesi in via sviluppo interessati allo studio e alla ricerca. In un mondo interconnesso dove il valore della conoscenza assumerà sempre più valore, sono necessarie più occasioni di incontro con più ponti e meno muri. È bene accogliere persone di valore se vogliamo vincere i campionati del mondo e se non sono italiani, magari lo diventeranno o lo diventeranno i loro figli.

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