Addio altra metà del cielo i diritti negati alle donne

Addio altra metà del cielo
i diritti negati alle donne

di Sauro Longhi
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Lunedì 28 Agosto 2023, 07:23

Sembrava impossibile, ma è accaduto a Ferragosto in Sardegna, in un albergo a Golfo Aranci in Gallura, agli ospiti è stato offerto un buffet di dolci e sullo stesso tavolo una ragazza distesa in bikini con gambe, pancia e braccia completamente ricoperte di cioccolato. Forse sarebbe passato tutto inosservato se non ci fosse stata una ragazzina di 14 anni che, disgustata dalla scena, avesse chiesto prima al padre di andarsene e poi di denunciare con un post su Linkedin ciò che aveva visto: “Papà che schifo, questo non è un paese dove potersi realizzare”. Ora ci sono state le scuse dell’hotel a quattro stelle che ha organizzato l’evento, ma la cosa più sconvolgente è aver pensato di usare il corpo di una giovane ragazza come oggetto su cui apparecchiare e offrire i dolci. Il corpo di una giovane donna come un oggetto da offrire. Possibile che solo una ragazza poco più piccola di quella distesa sul tavolo abbia trovato l’azione offensiva verso le donne? Purtroppo, non è il primo caso, alcuni anni fa, in alcuni ristoranti americani, si iniziò a servire in tavola il sushi appoggiato su una donna nuda. Sempre in questa settimana è emersa la notizia della violenza sessuale su una ragazza poco più che maggiorenne a Palermo, ad opera di un gruppo di coetanei, avvenuta alla fine di luglio. Una violenza di sette ragazzi contro una giovane ragazza. Anche in questo caso una ragazza come oggetto su cui infierire con violenze impossibili da immaginare tra coetanei. Un caso simile, anche questo a luglio ma emerso solo questa settimana, è avvenuto a Caivano in Provincia di Napoli, dove due cuginette appena adolescenti sono state in più occasioni stuprate da un branco di sei ragazzi loro coetanei. Eventi la cui frequenza e brutalità ci devono far riflettere e interrogare sulle politiche e sui modelli sociali che stanno prendendo campo. Forse il disagio sociale spesso indotto da quello economico e culturale favorisce queste azioni, ma forse la questione è più complessa e articolata, stiamo per alcuni aspetti tornando indietro al secolo passato, dove alle donne venivano negati diritti fondamentali come il voto, acquisito solo dopo la liberazione dal nazifascismo. Non credo che gli ospiti in Costa Smeralda soffrano di un disagio economico e sociale, eppure anche in quel caso si è proposto un modello di donna come oggetto. Certo sono due situazioni di natura molto diversa ma con un minimo comun denominatore: vedere la donna come oggetto da usare o abusare. Altro aspetto su cui vi invito a riflettere è l’incremento dei femminicidi, tre a cavallo di Ferragosto, anche in questi casi la donna vista come oggetto da possedere e non una persona con cui condividere un progetto di vita. Anche in questi casi la moglie, la compagna da possedere e da uccidere se abbandonati. Le grandi emancipazioni e le importanti libertà conquistate dalle donne negli ultimi decenni sembrano cancellarsi, sbiadirsi, dileguarsi dal susseguirsi di eventi che vedono le donne come oggetti da possedere. Stiamo forse dimenticando la saggezza di un antico proverbio cinese dove “Le Donne sorreggono metà del cielo”, l’altra metà agli uomini, per condividere la vita assieme. Per i più giovani l’unica strada ancora percorribile è il rafforzamento dei modelli educativi con adeguati investimenti per attrarre, nei percorsi formativi, tutti senza lasciare indietro nessuno, per dare spazio alla condivisione, all’inclusione piuttosto che al solo merito. Il modello educativo di Don Milani andrebbe ripreso e adattato al presente, con una scuola che completa l’attività educativa anche fuori dall’orario scolastico, per aiutare le famiglie nel difficile compito di educare i propri figli al rispetto, alla condivisione alla convivenza, alle pari opportunità e libertà di ognuno. Le università con le proprie attività di ricerca e formazione devono continuare con determinazione a fornire percorsi culturali e modelli organizzativi per contrastare ogni azione di violenza soprattutto verso le donne. Abbiamo le nostre aule e i nostri laboratori sempre più frequentate da ragazze, la maggioranza dei laureati in Italia sono donne, presto tutto cambierà.

*Dipartimento di Ingegneria dell’informazione Facoltà di Ingegneria. Università Politecnica delle Marche

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