Le nostre università allenano campioni e battono i pregiudizi

Le nostre università allenano campioni e battono i pregiudizi

di Sauro Longhi
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Lunedì 22 Agosto 2022, 08:40

Immersi nell’afa interminabile di questa estate scopriamo di essere un popolo di atleti. Agli europei di nuoto a Roma non abbiamo rivali, a Monaco negli europei di atletica continuiamo a stupire in velocità e in altezza. Scopriamo che tra questi campioni vi sono anche giovani delle Marche o che hanno studiato nelle nostre università. Gianmarco Tamberi si è confermato campione nel salto in alto. Simone Barontini in finale per gli 800 metri. Nei tuffi da grandi altezze, oltre venti metri, Veronica Papapur non arrivando ad una medaglia ha mostrato tutte le sue capacità per emergere in questa specialità.

Poi Ahmed Abdelwahed, nato in Italia da genitori egiziani emigrati, con la maglia della nostra nazionale per un soffio non ha vinto la medaglia d’oro nei tremila metri agli europei di Monaco. Ha studiato presso l’Università di Camerino, e nell’intervista tv rilasciata subito dopo l’arrivo, ha voluto ringraziare l’università che gli ha permesso di coltivare il suo talento per lo sport. Anche Veronica e Simone sono studenti universitari, studiano ad Ancona e conciliano questa attività con gli allenamenti sportivi. Infatti, da alcuni anni l’Università Politecnica delle Marche ha avviato il programma Doppia carriera studente-atleta per agevolare chi studia e pratica sport a livello agonistico, rendendo compatibili le due attività, adattando, quando necessario, il calendario accademico alle competizioni nazionali e internazionali per evitare che gli impegni sportivi pregiudichino la carriera universitaria. Quasi tutte le Università hanno programmi di questo tipo in conformità a quanto disposto dalla Carta Europea dello Sport e nel rispetto dei principi dettati dalle Linee guida europee sulla doppia carriera, adottate nel novembre 2012, per conciliare la carriera universitaria e la carriera sportiva agonistica degli studenti-atleti. Ahmed è un esempio di integrazione riuscita, figlio di culture diverse, attraverso lo studio e lo sport è riuscito ad indossare la maglia azzurra per rappresentarci in ogni competizione internazionale. Impensabile solo qualche lustro fa, eppure è stato possibile. Da piccolo aiutava a gestire il banco frutta dei genitori nei mercati rionali di Ostia, ma come spesso accade, grazie ad un percorso universitario, il suo talento è emerso.

Le Università, come ho più volte evidenziato, sono luoghi di cittadinanza globale, vi si può accedere indipendentemente dalle culture di provenienza, dai credi religiosi, dalle condizioni economiche delle famiglie di provenienza. Un luogo dove le culture si incontrano, si confrontano, si contaminano e si rispettano. Sempre più stranieri o figli di immigrati frequentano le nostre aule e i nostri laboratori per diventare medici, ingegneri, avvocati per crescere in una società aperta ai valori di accoglienza, di giustizia e di equità, in cui le differenze trovano spazio, comprensione e valore. Ahmed è diventato un campione e come prima cosa ha voluto ringraziare l’Università che ha reso possibile il suo sogno: correre con la nostra maglia azzurra. Risultato raggiunto grazie al Cus di Camerino sempre attento e capace di valorizzare i suoi atleti.
Vi è ancora molta strada da percorrere per cancellare pregiudizi, paure, false semplificazioni.

Le differenze culturali di chi proviene da paesi lontani tornano ad essere temi di campagna elettorale per la ricerca di facili consensi. Una società complessa come la nostra, con un calo demografico che non sembra arrestabile, ha bisogno di giovani anche provenienti da paesi lontani. Chi sbarca sulle nostre spiagge spesso fugge da guerre e miseria rendendo difficile la loro integrazione, difficile ma non impossibile, soprattutto se affrontata in un contesto europeo. Il primo passo è offrire loro percorsi di studio e formazione partendo dalle scuole di primo livello. Se nelle scuole si formano i cittadini, occorre investire in nuove scuole, assumendo più insegnati e progettando nuovi percorsi di apprendimento e formazione. Non vedo altre strade. Dato che tra un mese dovremo esprimere con un voto la nostra scelta, piuttosto che scegliere in base all’appartenenza, scegliamo in base alle soluzioni che i diversi schieramenti propongono. Oltre che semplificare la scelta, possiamo contribuire a dare soluzioni ai nostri problemi.

* Dipartimento di Ingegneria dell’Informazione Facoltà di Ingegneria Università Politecnica delle Marche

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