Energia e cambiamenti climatici. La crisi che ci aspetta in autunno

Energia e cambiamenti climatici. La crisi che ci aspetta in autunno

di Sauro Longhi
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Lunedì 29 Agosto 2022, 16:09

L’estate sta finendo per lasciar posto all’autunno, che ci presenterà una serie di problemi di cui vedo difficile trovare soluzioni adeguate se non ci si arma di coraggio e voglia di cambiare. Abbiamo un costo dell’energia che continua ad aumentare e non se ne vede la fine, il gas naturale fonte primaria di energia per il nostro Paese continua ad aumentare a due cifre percentuali, con bollette energetiche per le famiglie e le imprese che stanno andando fuori controllo.

Tempo fa, sempre da queste colonne, avevo suggerito la necessità di un cambiamento radicale, verso una piena sostenibilità ambientale delle nostre azioni e produzioni, con un sempre maggior uso di energie rinnovabili, ad oggi ancora l’energia più economica. Si può giustificare l’uso del gas almeno in una fase transitoria, ma l’obiettivo deve essere uno solo e chiaro: investire sulle rinnovabili, altrimenti con il continuo bruciare di risorse fossili e la conseguente continua produzione di CO2, il nostro pianeta non avrà futuro, i cambiamenti climatici in atto diventeranno ancora più evidenti con effetti devastanti per l’intero pianeta e i suoi abitanti. L’energia nucleare non rappresenta una soluzione percorribile, sicuramente le centrali basate su questa energia non producono emissioni, o comunque molto poche, dato che il vapore acqueo necessario per generare energia elettrica viene prodotto attraverso una reazione nucleare controllata, ma resta il problema di dove depositare le scorie radioattive che si producono in queste centrali al termine del ciclo produttivo. Dove metterle al sicuro da terremoti, cataclismi naturali o azioni di sabotaggio o di guerra? Ogni scoria nucleare ha un tempo di decadimento molto lungo, il plutonio per perdere metà della sua carica radioattiva ha bisogno di più di 20mila anni, periodo ben più lungo di quello raccontato nei nostri libri di storia. L’Homo Sapiens da cui discendiamo comparve in Africa “solo” 200 mila anni fa.

La ricerca scientifica continua ad indagare su questa tematica ma al momento non esistono soluzioni sicure secondo livelli accettabili. Certo qualora si trovasse una soluzione definitiva e sicura, il nucleare potrebbe essere una soluzione percorribile, ma oggi non è così.

Ma come mai siamo caduti in questo baratro nel giro di pochi mesi, abbandonando ogni azione verso una società più equa ed un ambiente più sostenibile? Sicuramente la guerra in Europa ha fatto precipitare tutto, da sei mesi, sia per gli embarghi che per le speculazioni, il prezzo dell’energia è andato sempre più aumentando. Qualcuno sta guadagnando da questa situazione? Ovviamente sì, e possiamo distinguere due categorie ben riconoscibili: chi produce e commercializza armi, chi dispone di fonti naturali fossili. In Europa non solo la Russia dispone di risorse naturali, ma anche i paesi del nord Europa, che ovviamente ne traggono vantaggio. Occorre interrompere questo circolo pericoloso che rischia di trascinarci in una terza guerra mondiale. Si forniscono armi agli ucraini per difendersi, acquistandole da chi le produce, e intanto il costo dell’energia aumenta vertiginosamente alimentando crisi economiche nei paesi che non dispongono di fonti fossili. L’unica voce che si alza chiara e forte è quella di Papa Francesco. La scorsa settimana durante l’udienza generale ha dato un’illuminante definizione della guerra. È “pazzia e nessuno in guerra può dire no, io non sono pazzo”. Parole che devono richiedere un impegno da tutti noi per cercare la pace. Non esiste altra strada. Invece che incrementare l’escalation della guerra prendiamo il coraggio di imporre la pace. Lo chiedo ai più giovani, chiedo loro di impegnarsi al pari di quanto stanno facendo nel contrasto ai cambiamenti climatici, rianimiamo i “Friday For Future”. Creiamo una partecipazione che ricordi all’opinione pubblica il valore della pace. Il futuro oltre che chiedere soluzioni di sostenibili dal punto di vista ambientale ed eque dal punto di vista sociale, necessita la cancellazione di ogni guerra, perché senza la pace non esisterà futuro.

*Dipartimento di Ingegneria dell’Informazione Facoltà di Ingegneria Università Politecnica delle Marche

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