Pensare alla fame nel mondo ci aiuterà a pagare le bollette

Pensare alla fame nel mondo ci aiuterà a pagare le bollette

di Sauro Longhi
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Lunedì 17 Ottobre 2022, 06:00 - Ultimo aggiornamento: 18 Ottobre, 11:28

Nel 2050 gli abitanti del pianeta saranno probabilmente 10 miliardi, si riuscirà a nutrire tutte queste persone? Ieri si è celebrata la Giornata mondiale dell’alimentazione, non solo per celebrare la fondazione dell’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’alimentazione e l’agricoltura (FAO), ma per ricordaci un obiettivo di tutti e di tutti i Governi, combattere la fame e garantire a tutti gli abitanti del pianeta un’alimentazione sana e nutriente. È una partita difficile ma non se ne possono giocare altre. Già oggi siamo 8 miliardi, con il 40% della popolazione globale che non può permettersi una dieta adeguata e salutare e più di 800 milioni le persone che soffrono la fame.

Tutto questo mentre nei Paesi più sviluppati dove viviamo, quasi il 20% del cibo consumato viene sprecato. Il pianeta è un sistema chiuso, le risorse disponibili sono limitate, comprese quelle necessarie per la produzione del cibo e devono poter essere utilizzate da tutti, il nostro spreco può incidere sulla sostenibilità dell’intero sistema agroalimentare. Sconfiggere la fame è il secondo degli obiettivi dell’agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile, subito dopo il primo: sconfiggere la povertà. Il mancato raggiungimento di questi obbiettivi implicherà un impatto sociale, economico e ambientale molto preoccupante soprattutto per le nuove generazioni.

La situazione è peggiorata negli ultimi anni in seguito agli aumenti dei prezzi dei prodotti alimentari generati dall’inflazione prodotta dalle ripercussioni economiche legate alla pandemia e ora rinforzata dalla crisi energetica in Europa. La guerra in Ucraina, che coinvolge due dei maggiori produttori di cereali, rischia di far peggiorare ancora di più la situazione, mettendo a rischio l’approvvigionamento alimentare per le popolazioni più povere, quelle che non riescono a produrre cibo a sufficienza per condizioni climatiche sfavorevoli o per sistemi economici organizzativi deboli. Ma con i tanti problemi quotidiani, dal caro bollette, ai prezzi che scoppiano per l’inflazione in continuo aumento, dovremmo impegnarci per contrastare la fame del Mondo? Sì, al pari del contrasto ai cambiamenti climatici, ne va del nostro futuro, di quello delle nuove generazioni.

Così come risulta ormai evidente la necessità di ridurre la produzione di CO2 attraverso scelte più consapevoli, più sostenibili, avviando una vera transizione energetica, così dobbiamo rendere sostenibile la produzione di cibo per tutte le persone che abitano il pianeta.

Problemi non facili e tra loro interconnessi, dato che con gli attuali sistemi ad alto impatto utilizzati nello sfruttamento delle risorse alimentari l’intero settore contribuisce al 33% delle emissioni di gas serra. Occorre una transizione anche per i sistemi di produzione alimentare evitando la distruzione indiscriminata della biodiversità, il deperimento del suolo e l’estensione di animali. Vi sono almeno 30 mila specie di piante e oltre 5 mila specie di animali che rischiano l’estinzione.

La distruzione della foresta amazzonica è forse l’esempio più emblematico, se continuerà con i livelli attuali si rischia di raggiungere un punto di non ritorno, con ripercussioni ambientali e climatiche che potrebbero mettere a rischio il futuro non solo del Brasile ma dell’intero Pianeta. L’attenzione verso l’ambiente va cercato in ogni luogo anche nelle Marche per evitare il ripetersi di catastrofi come quella che si è abbattuta sulle vallate del Misa e del Nevola esattamente un mese fa. Occorre puntare ad uno sviluppo sostenibile, capace di coniugare attività produttive e rispetto dell’ambiente assieme a misure di prevenzione e mitigazione dei rischi ambientali per dare sicurezza e rispetto ai territori.

È tempo di pensare in grande, su obiettivi globali, per poi da questi far scendere azioni particolari e concrete che magari ci aiutino a pagare le bollette. È tempo che dal basso le persone, attraverso movimenti di base, prendano coscienza dei rischi e forzino la politica a scelte più compatibili con il futuro, per un maggiore rispetto delle persone e dell’ambiente. La fame si può sconfiggere, l’ambiente si può salvaguardare, basta fare le scelte giuste!

* Dipartimento di Ingegneria dell’Informazione  Facoltà di Ingegneria Università Politecnica delle Marche

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