L'Italia può diventare
l'hub farmaceutico d'Europa

L'Italia può diventare l'hub farmaceutico d'Europa
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Giovedì 3 Luglio 2014, 13:11 - Ultimo aggiornamento: 13:13
ROMA (Teleborsa) - Il settore farmaceutico italiano risulta essere il fiore all'occhiello del nostro Paese, vantando il secondo posto in Europa in termini di produzione, dopo la Germania. Si tratta di un comparto in forte crescita (+64%) rispetto ad una manifattura piuttosto fiacca (+7% la crescita media). Questi dati sono stati pubblicati stamane in occasione dell'assemblea annuale di Farmindustria, che si è detta pronta ad un'inversione di tendenza che “fa bene all'Italia e alla sua economia”.



Le imprese del farmaco hanno intenzione di investire almeno un miliardo e mezzo di euro nei prossimi tre anni, creando così 2.000 posti di lavoro per i giovani. L'Italia può diventare l'hub farmaceutico d'Europa - spiega Farmindustria - grazie ad un ampio numero di imprese e di fabbriche, una solida base produttiva resa competitiva da risorse umane di grande qualità, vera eccellenza del nostro Paese, con il 90% di laureati e diplomati. Ma le aziende farmaceutiche vogliono costruire il futuro senza il continuo timore di ostacoli o blocchi, ecco perché continuano a chiedere che siano velocizzate le procedure burocratiche. L'Italia, infatti, detiene il “record” UE di vincoli nazionali e regionali per l'accesso ai nuovi farmaci, con tempi sicuramente più lunghi rispetto ai big Ue. Medicinali che vengono resi disponibili due anni dopo l'approvazione a livello europeo.



”L'Italia ha necessità di una governance farmaceutica più efficiente - spiega Massimo Scaccabarozzi, Presidente Farmindustria - così come è opportuno semplificare la burocrazia e sviluppare un contesto più attrattivo per l'innovazione, cuore pulsante dell'attività delle imprese e impegno verso i pazienti”. Tra gli altri dati interessanti resi noti oggi c'è sicuramente quello relativo alla spesa dello Stato per l'acquisto di farmaci, che risulta essere la più bassa rispetto alla media dei Paesi UE. Si parla di 16 miliardi di euro l'anno, 74 centesimi procapite al giorno, pari al 15% della spesa sanitaria effettiva nel 2013.
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