Giorgio Ursicino
MilleRuote
di Giorgio Ursicino

Ferrari, la cura Vasseur: squadra unita e motivata, niente prima guida, tutti al servizio del Cavallino

Frédéric Vasseur dal 2023 team principal della Ferrari
Frédéric Vasseur dal 2023 team principal della Ferrari
di Giorgio Ursicino
4 Minuti di Lettura
Martedì 26 Marzo 2024, 09:43 - Ultimo aggiornamento: 27 Marzo, 10:05

Qualcosa è cambiato. Una doppietta pesante nel cielo di Maranello. D’accordo, il cannibale è andato arrosto ed a Suzuka sputerà fuoco e fiamme. Tutti gli altri 19 protagonisti, però, erano al loro posto, in assetto da guerra. E Carlos ne ha fatto un sol boccone, controllando con autorità ogni aspetto della gara australiana. In soldoni, si può dire che la Ferrari c’è. Stanare il campione del mondo olandese sarà sicuramente arduo, ma non è azzardato dire che la SF-24 è la seconda forza del Campionato. Come ormai si può credere che quanto raccontato dai piloti e dal TP sia vero. Il progetto, a differenza dello scorso anno, è sano, nato sotto una buona stella. C’è modo di lavorare e puntare sugli sviluppi per ridurre ancora il divario e preparare una Rossa coi fiocchi a sua Maestà Hamilton che, nel 2025, alla tenerà età di oltre 40 primavere, salirà in groppa al Cavallino più prestigioso del mondo.

Di chi è il merito? Chi sta lentamente cambiando lo scenario? Radio paddock non ha esitazioni. Emerge con evidenza la tessitura della tela fatta da Frédéric Vasseur, in silenzio e sempre col sorriso sulle labbra. Si dice in giro, e la carriera dell’ingegnere è lì a testimoniarlo, che «l’affabilità del francese in pubblico è direttamente proporzionale alla determinazione che utilizza sul lavoro», pretendendo sempre il massimo da chi gli gira intorno. Dalla Motor Valley l’input è arrivato chiaro: poco interessa vincere i GP, la Ferrari si sentirà soddisfatta solo quando «riuscirà ad aprire un ciclo». Come quello di Schumacher e Todt, con Luca di Montezemolo alla Presidenza. O quelli, altrettanto brillanti, della Mercedes di Hamilton e Wolff e della Red Bull, prima di Vettel e poi di Verstappen, sempre con Horner sul ponte di comando.

E Vasseur sta lavorando per questo, anche il tassello di Lewis si incunea nel puzzle. Fred lavora con il Ceo Benedetto Vigna, l’“inventore” tricolore che non ha certo bisogno della visibilità della F1 e opera da dietro le quinte per dare supporto e solidità alla scelte dell’ingegnere. E pian piano si profila lo stile Vasseur, semplice, ma efficace. Soprattutto un modus operandi condiviso che però non ammette deroghe. Cosa stia architettando Fred dal punto di vista tecnico è difficile dirlo, la F1 attuale è veramente complicata.

Soprattutto in vista del 2026 quando esordirà il nuovo ciclo tecnico, con un elettrificazione molto più spinta e gli ecologici e-fuel. Si vede invece come è cambiato l’assetto della squadra, molto più armoniosa e compatta.

Forse anche Binotto avrebbe voluto così, ma non c’è riuscito, in particolare gli sfuggiva Charles che, sentendosi il cocco di casa, pretendeva di essere la “prima guida”. Uno schema poco adatto alle esigenza delle corse moderne dove i risultati si ottengono con il lavoro di squadra. Per far ciò Vasseur ha potuto contare sulla sua infinità credibilità di team manager perché, sia Charles che il 7 volte campione del mondo britannico, hanno iniziato la loro carriera vincendo le serie cadette proprio con Frédéric. Un’apertura di credito non di poco conto. Il guru ha scelto il principino per il futuro, non c’è dubbio. E ha ingaggiato il più esperto di tutti per amalgamare un bolide che poi proprio il monegasco potrebbe sfruttare.

Questo modo di fare, schietto e franco, piace a tutti. Ed anche un ragazzo come Sainz, messo alla porta, sa di poter contare sul supporto assoluto fino a che correrà per lui. Carlos era sicuro che non gli avessero chiesto domenica di rallentare. Parlava con i box con serenità, dipingendo grintose traiettorie sul tracciato di Melbourne. Il TP, che ha sempre una visione di gara straordinaria, il suo volere l’aveva esternato facendo parlare i tecnici: «Ragazzi non attaccatevi...». In F1 conta molto quello che non si vede. Charles è più veloce, non si discute. Ma può non bastare perché, con la SF-24 che non brucia le gomme, conta di più la guida del pilota per raggiungere il risultato.

In Bahrain non è arrivato il “consiglio” di tenere le posizioni. I ruoli erano invertiti e lo spagnolo è stato autorizzato a sverniciare per due volte Charles che certamente non era contento. Dalla plancia di comando Fred vede esattamente come stanno le cose al momento e agisce solo per il bene della squadra. In Bahrain il predestinato ha avuto problemi ai freni, in Australia le gomme non l’hanno reso felice. Allora via libera a Carlos, senza esitare. La Scuderia viene prima di tutto...

© RIPRODUZIONE RISERVATA