Ruby, il procuratore Forno:
«Agli atti un bacio saffico con la Minetti»

Ruby e Nicole in un fotomontaggio
Ruby e Nicole in un fotomontaggio
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Mercoledì 29 Giugno 2011, 17:59 - Ultimo aggiornamento: 29 Luglio, 22:20
MILANO - L'odierno deposito della trascrizione dell'udienza preliminare sul caso Ruby risolve il giallo sull'utilizzo della parola bordello da parte del procuratore aggiunto Pietro Forno nella discussione con cui ha chiesto il rinvio a giudizio del consigliere regionale Nicole Minetti, del giornalista Emilio Fede e dell'agente dei vip Lele Mora per induzione e favoreggiamento della prostituzione anche minorile.



Parlando al gup Maria Grazia Domanico dei ruoli avuti secondo le accuse dagli indagati nella vicenda, Forno ha affermato in udienza: «E qui abbiamo proprio tutti gli elementi di una struttura organizzativa, abbiamo l'arruolatore, abbiamo il fidelizzatore, e abbiamo, possiamo dire, l'amministratore del bordello, colui che paga le dipendenti, colui che si occupa della location, oggi si direbbe, della loro collocazione adeguata, che poi è anche una forma di retribuzione. Quindi, un sistema strutturale e strutturato, che spiega le imputazioni che sono state elevate agli indagati. E, come dicevo, queste imputazioni riguardano sia l'ipotesi di cui alla legge Merlin, sia al 600bis (prostituzione minorile, ndr), nella misura in cui riteniamo ampiamente provato che la minore El Mahroug Karima è stata coinvolta in atti sessuali».



In un altro passaggio della discussione, Forno ha detto che a Minetti è contestato un «ruolo di tipo organizzativo», mentre Fede è ritenuto il «fidelizzatore» delle ragazze e Mora l'«arruolatore». Lunedì, la diffusione della notizia che Forno aveva parlato di «bordello» nell'udienza a porte chiuse aveva suscitato diverse polemiche da parte di chi aveva associato la parola bordello alla villa di Arcore del presidente del Consiglio in cui si svolgevano i bunga bunga. Nella stessa serata Forno aveva precisato: «Non ho mai detto che Arcore era un bordello. Il termine bordello è stato utilizzato come riferimento storico alla divisione dei compiti prevista dalla legge Merlin che, come noto, prevedeva la soppressione delle case chiuse».



Ruby «racconta di essere stata coinvolta in un bacio saffico con la Minetti, aperta parentesi, e sappiamo da tutta una serie di fonti assolutamente indipendenti che il fruitore finale aveva interesse per questo tipo di condotte, quindi non è una invenzione della ragazza». Lo ha affermato il procuratore aggiunto di Milano, Pietro Forno, nel suo intervento nell'udienza di lunedì scorso per chiedere il rinvio a giudizio di Lele Mora, Nicole Minetti ed Emilio Fede, come risulta dalle trascrizioni della stessa udienza depositate oggi alle parti. In precedenza il pm Antonio Sangermano, nel suo intervento, aveva parlato di «serate organizzate presso le residenze del Presidente del Consiglio Onorevole Silvio Berlusconi, quale fruitore finale in questa ipotesi accusatoria».
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