P3, Cosentino si dimette: «Io estraneo
ai dossier. Fini vuole solo il potere»

Nicola Cosentino
Nicola Cosentino
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Mercoledì 14 Luglio 2010, 11:15 - Ultimo aggiornamento: 12 Agosto, 23:26
ROMA (14 luglio) - Nicola Cosentino ha deciso di rassegnare le dimissioni dalla carica di sottosegretario all'Economia, mantenendo per il ruolo di coordinatore del Pdl in Campania. La decisione stata annunciata dopo l'incontro che lo stesso Cosentino e il coordinatore del Pdl, Denis Verdini, entrambi indagati dalla Procura di Roma per la cosiddetta "'P3", hanno avuto

nel pomeriggio a Palazzo Chigi con il premier. Dopo di loro a palazzo Chigi sono arrivati anche Fabizio Cicchitto, capogruppo del Pdl alla Camera, e Gaetano Quagliariello, vice presidente dei senatori.



Berlusconi: Cosentino totalmente estraneo. «Ho condiviso la decisione di Nicola Cosentino di dimettersi da sottosegretario - dice in una nota il premier Silvio Berlusconi - Ho altresì avuto modo di approfondire personalmente e tramite i miei collaboratori la sua totale estraneità alle vicende che gli sono contestate. Sono quindi certo che la sua condotta durante la campagna elettorale per la Regione Campania è stata improntata alla massima lealtà e al massimo impegno per ottenere la vittoria di Stefano Caldoro. Ritengo quindi che l'onorevole Cosentino potrà proficuamente continuare a svolgere il suo importante ruolo politico nell'ambito del nostro Movimento per consentirci di conseguire ancora quegli eccellenti risultati di cui è stato artefice come Coordinatore Regionale».



Cosentino: dimissioni di concerto con il premier. «Ho deciso di concerto con il presidente Berlusconi di rassegnare le mie dimissioni da sottosegretario - ha dichiarto in una nota Cosentino - per potermi completamente dedicare alla vita del partito, particolarmente in Campania, anche al fine di contrastare tutte quelle manovre interne ed esterne poste in essere per fermare il cambiamento».



«Io innocente, ma devo difendere il governo». «Sono assolutamente sereno che la mia totale estraneità non potrà che essere più che comprovata da qualsivoglia indagine - dice Cosentino - Parimenti, proprio per questa intima tranquillità, non posso e non voglio esporre il governo di cui mi onoro di far parte e al cui successo ho contribuito, di rimanere colpito mediaticamente per tali inconsistenti vicende».



«Fini agisce così perché vuole il potere nel Pdl». «Il presidente della Camera - dice Cosentino - con solerzia degna di miglior causa, dopo che già per due volte proprio alla Camera dei deputati analoghe mozioni erano state votate e respinte con larga maggioranza, così come anche una al Senato, ha ritenuto di volerle calendarizzare in tempi brevissimi, basandosi quindi soltanto su indimostrate e inconsistenti notizie di stampa. L'atteggiamento di Fini ben si comprende ove si conoscano le dinamiche politiche in Campania e coloro che sono i più stretti collaboratori dell'onorevole Fini, quale l'onorevole Bocchino che da anni, senza successo, tenta di incidere sul territorio non già per interessi del partito bensì per mere ragioni di potere personale e che alla prova elettorale è sempre stato sconfitto. E' risibile che l'onorevole Fini voglia far passare le sue decisioni come se derivassero da una sorta di tensione morale verso la legalità quando si tratta soltanto di un tentativo, anche assai scoperto, di ottenere il potere nel partito tramite Bocchino».



«Quello che dice mi lascia del tutto indifferente» ribatte Fini.



Fini: «Dimissioni doverose e indispensabili».
«Dimettersi - dice - anche per potersi meglio difendere in sede giudiziaria era per l'onorevole Cosentino un atto indispensabile e doveroso di correttezza istituzionale per una evidente e solare questione di opportunità politica».



Cosentino: «Estraneo a dossieraggio su Caldoro». «Non solo non vi è stata da parte mia alcuna attività di dossieraggio - sostiene Cosentino - ma mi sono premurato nell'interesse del partito quale coordinatore regionale di espletare tutte le opportune verifiche di notizie che, dopo il caso Marrazzo, potevano apparire problematiche. E sono stato proprio io ad appoggiare con il massimo dell'impegno come coordinatore regionale la candidatura di Stefano Caldoro garantendogli un risultato straordinario».



«Violazione legge Anselmi? E' un paradosso». «Ho avuto modo tramite i miei legali di approfondire le questioni che sono state indicate dalla stampa e riprese nelle mozioni ed ho potuto, come era ovvio, verificarne l'assoluta inconsistenza - dice Cosentino - L'ipotesi della violazione della cosidetta legge Anselmi è evidentemente talmente fuori dalla realtà da rasentare il paradosso».



Diventa superata, ormai la mozione di sfiducia di Idv e Pd, che era stata firmata oggi anche dall'Udc, nei confronti di Cosentino: sarebbe stata esaminata dall'Aula della Camera la prossima settimana, molto probabilmente mercoledì.



Di Pietro: ora la Camera autorizzi l'arresto di Cosentino. «Era ora - dice il leader dell'Idv, Antonio Di Pietro - Cosentino non poteva fare altrimenti. Avrebbe dovuto dimettersi da tempo, visti i suoi precedenti, come più volte è stato chiesto dall'Idv. Adesso chiediamo, come abbiamo fatto oggi in Aula, che la Camera autorizzi il suo arresto, come ha già chiesto l'autorità giudiziaria. E dopo la mozione di sfiducia contro Cosentino, l'Idv si prepara a chiedere una mozione contro l'intero governo Berlusconi. Le dimissioni sono arrivate grazie alle forti critiche espresse dall'opinione pubblica, dalla libera stampa e da tutte le forze dell'opposizione».



Franceschini: è una vittoria dell'opposizione. «Le dimissioni di Nicola Cosentino da sottosegretario sono una vittoria del Pd e dei partiti di opposizione uniti - dice il capogruppo Pd alla Camera, Dario Franceschini - Il governo Berlusconi sta cadendo a pezzi. Il Pd continuerà, senza tregua, la sua battaglia per la legalità».



Bossi: mai detto "possibili le dimissioni di Cosentino.
«Su Cosentino non ho mai rilasciato dichiarazioni. Quanto riportato è farina del sacco di chi lo ha scritto»: lo ha detto Umberto Bossi, ministro per le Riforme, smentendo le notizie che gli avevano attribuito la frase: «Le dimissioni di Cosentino? Sono possibili, ma chiedetelo a lui».



Pdl e Lega erano contrarie all'esame della mozione in luglio; la decisione è stata quindi presa dal presidente della Camera, Gianfranco Fini, com'è previsto quando manchi accordo fra i gruppi sul calendario. Il documento, non essendo prevista la sfiducia diretta per un sottosegretario, a differenza dei ministri, inviterà Cosentino a dare le dimissioni e il Governo a ritirare le deleghe. È stata invece rinviata a settembre la discussione dell'altra mozione, quella riguardante il sottosegretario alla Giustizia, Giacomo Caliendo.



La contrarietà di Pdl e Lega. «Quando uno fa il presidente della Camera, dovrebbe guardare agli interessi generali del paese e non alla quotidianità. Non si gestisce un'istituzione in base agli articoli di giornale», dice Marco Reguzzoni, capogruppo della Lega Nord a Montecitorio. «Abbiamo espresso la nostra netta contrarietà» ha protestato il capogruppo Pdl, Fabrizio Cicchitto. Le opposizioni hanno chiesto la diretta televisiva e Fini si è riservato di decidere.



Bersani: dimissioni necessarie. Il segretario del Pd, Pier Luigi Bersani, da Washington era tornato oggi a chiedere le dimissioni del sottosegretario Cosentino. «È un caso da necessarie dimissioni - ha detto Bersani prima di partecipare ad un incontro al Pentagono -. Io la vedo così. Tutta l'opposizione ha preso l'iniziativa, credo che anche nella maggioranza ci voglia finalmente un atto di responsabilità».



Di Pietro: è il governo che deve dimettersi. «Vogliamo le dimissioni non solo del sottosegretario ma dell'intero governo che continua ad utilizzare le Istituzioni per non farsi processare. Un governo che ha un unico correo morale:Silvio Berlusconi, il vero capo che ha fatto e fa da ponte con la P2». Lo ha detto nell'Aula della Camera il leader del'Idv Antonio Di Pietro replicando al ministro Elio Vito nel question time sulla richiesta di dimissioni da sottosegretario di Nicola Cosentino. Di Pietro ha definito il governo Berlusconi come «una associazione segreta che fa finta di non vedere nè sentire e nel frattempo trama».



Bocchino: nessuno ci può cacciare. Sul caso di Nicola Cosentino «non si arriverà al voto: succederà come per Brancher, con Cosentino che si dimetterà prima». Tuttavia, «nessuno» può cacciare i finiani nonostante la linea dettata dal premier Silvio Berlusconi: fuori dal partito chi vota mozioni di sfiducia contro esponenti di governo a seguito delle indagini in corso. Lo afferma Italo Bocchino che alla Stampa spiega di aver «solo chiesto una riunione della Direzione nazionale e del gruppo parlamentare». «Ma chi deve decidere come si vota se non il vertice del partito? Ma come si fa a decidere di salvare Cosentino senza una linea di partito?». «Ci spieghino - afferma quindi - perchè dobbiamo difendere uno che quando il partito sceglie di candidare Caldoro, quello inventa un dossier falso».



Anm: magistrati coinvolti diano dimissioni.
«Bisogna avere la capacità e il coraggio di farsi da parte. Quando il sospetto sulla tua persona getta ombra sulla categoria della è necessario lasciare libera l'istituzione»: lo ha detto il segretario dell' Anm, Giuseppe Cascini. «È necessario un segnale forte» , ha sottolineato, alla luce delle ultime vicende giudiziarie che hanno visto coinvolto magistrati ed ex magistrati. È necessario quindi, secondo Cascini, che i magistrati lascino il loro incarico. «Poi per questi magistrati c' è la presunzione di innocenza, la disciplinare, primo grado, appello e Cassazione con tutte le tutele. Ma noi abbiamo il dovere di dare risposte chiare e prendere le distanze».



Anm: Csm sia determinate su questione morale. Alla luce delle ultime vicende giudiziarie che hanno coinvolto magistrati, il comitato direttivo centrale dell'Anm sottolinea nea che un «ruolo determinante deve essere svolto dal Csm appena eletto, che dovrà porre al centro della propria azione la questione morale». Inoltre al Csm toccherà secondo l'Anm anche «l'autoriforma della magistratura e, in particolare, le tematiche concernenti la nomina dei dirigenti, le valutazioni di professionalità, l'organizzazione degli uffici e il rispetto del sistema tabellare». Il comitato direttivo centrale - nel documento finale - si impegna «a proseguire con rigore nell'attività di vigilanza e denuncia di comportamenti contrari o che comunque possano apparire tali al codice deontologico dell'Associazione».



Legale Carboni: dichiarazioni Anm stupefacenti.
«Le dichiarazioni dei vertici dell'Anm, incidentalmente in servizio presso la procura di Roma, sono stupefacenti e rischiano di realizzare, al di là delle intenzioni soggettive, una grave interferenza sulla giurisdizione»: lo afferma il difensore di Flavio Carboni, Renato Borzone. «Nel dare un giudizio sommario sulla vicenda processuale su cui domani si pronuncerà il tribunale del riesame - prosegue il penalista - suscita grave preoccupazione che si esprimano giudizi sulla fondatezza e gravità della vicenda, istituendo paragoni, peraltro fuori luogo, con episodi passati alla vigilia di scadenze giurisdizionali. La difesa di Carboni protesta con sgomento per l'accaduto, segnalando il rischio di collasso dei valori costituzionali».
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