Libero e l'attentato a Fini: tre procure
in campo, interrogato Belpietro

Gianfranco Fini (foto Marco Merlini - LaPresse)
Gianfranco Fini (foto Marco Merlini - LaPresse)
3 Minuti di Lettura
Lunedì 27 Dicembre 2010, 12:25 - Ultimo aggiornamento: 25 Gennaio, 23:48
ROMA (27 dicembre) - Libero torna a occuparsi del presidente della Camera, Gianfranco Fini, raccontando di voci giunte nella sua redazione secondo le quali sarebbe in preparazione
un finto e lieve attentato a Gianfranco Fini allo scopo di farne ricadere la responsabilità, come mandanti, «ad ambienti vicini a Berlusconi» e la procura di Trani apre una inchiesta.



Ma non è l'unica voce di Libero su Fini. L'altra storia sul presidente della Camera sarebbe venuta alla luce, scrive ancora il giornale di Maurizio Belpietro, direttamente da una escort modenese a cui si sarebbe rivolto il presidente della Camera.



Belpietro è stato ascoltato nel pomeriggio dal procuratore aggiunto di Milano, Armando Spataro. All'uscita, Belpietro si è limitato a dire: «Sono stato chiamato dal procuratore e sono venuto a riferire quello che ho scritto».



La procura di Trani aprirà un'indagine conoscitiva (senza ipotesi di reato) sul presunto progetto per colpire il presidente della Camera durante una visita istituzionale ad Andria, grosso comune della neo provincia Barletta-Andria-Trani, di cui parla oggi in un editoriale Belpietro. Nel pezzo si afferma che che chi vorrebbe colpire Fini «si sarebbe rivolto a un manovale della criminalità locale, promettendogli 200mila euro». Il prezzo - riporta Libero - comprenderebbe «il silenzio sui mandanti, ma anche l'impegno di attribuire l'organizzazione dell'agguato ad ambienti vicini a Berlusconi, così da far ricadere la colpa sul presidente del Consiglio». Appresa la notizia, il procuratore di Bari, Antonio Laudati ha preso contatti con il collega tranese, Carlo Maria Capristo, aprendo a sua volta un fascicolo perchè, nel caso di attentati ad alte cariche dello Stato, la competenza è della Procura distrettuale antimafia che ha sede nel

capoluogo.



Anche la procura di Milano ha aperto un fascicolo, al momento senza ipotesi di reato né indagati, sull'editoriale pubblicato oggi dal direttore di Libero. Il fascicolo riguardarebbe ciò che è stato scritto in relazione all'ipotesi di attentato contro lo stesso Fini.



Secondo il quotidiano, «l'operazione punterebbe al ferimento di Fini e dovrebbe scattare in primavera, in prossimità delle elezioni, così da condizionarne l'esito». Il procuratore di Trani Carlo Maria Capristo in mattinata dovrebbe esaminare l'articolo di stampa e affidare alla polizia giudiziaria una delega di indagine, all'esito della quale deciderà come procedere.



«Belpietro non deve preoccuparsi: la credibilità di Libero è già perduta da tempo, non c'è bisogno di metterla in discussione», dice Nino Lo Presti, segretario amministrativo di Futuro e libertà. «L'ultimo suo delirio su un possibile attentato a Gianfranco Fini, a scopo propagandistico, la dice lunga sulle condizioni psichiche di questo giornalista che ha fatto dell'ingiuria e della calunnia il leitmotiv della sua carriera».



«L'editoriale odierno di Maurizio Belpietro rasenta una patologia che riguarda certa stampa e qualche giornalista in particolare. Per far felice l'editore di fatto del suo quotidiano Belpietro ipotizza un attentato che ferisce Fini per danneggiare Berlusconi. Una tesi folle frutto di menti folli che la dice lunga sullo scadimento di certo giornalismo italiano», sottolinea Italo Bocchino, capogruppo alla Camera di Fli. «Se la storiella dell'attentato è ridicola quella della prostituta modenese è ancora peggio e il tutto dovrebbe consigliare una vacanza al direttore di Libero. Se poi insiste per saperne di più di falsi attentati può chiedere al suo caposcorta e se vuole notizie su donne a pagamento deve rivolgersi ad altri palazzi della politica, certamente diversi da Palazzo Montecitorio», conclude l'esponente di Fli.
© RIPRODUZIONE RISERVATA