Fini querela Libero e il Giornale
Fli: da Pdl silenzio complice

Maurizio Belpietro con Vittorio Feltri
Maurizio Belpietro con Vittorio Feltri
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Martedì 28 Dicembre 2010, 12:39 - Ultimo aggiornamento: 26 Gennaio, 19:45
ROMA (28 dicembre) - Dopo il bailamme scatenato ieri con l'annuncio di una macchinazione per screditare Berlusconi e far passare Fini da vittima (di un attentato), Maurizio Belpietro torna oggi alla carica contro il presidente della Camera e Futuro e libert: Dovrebbero ringraziare e invece mi attaccano».



Fini querela. «In relazione a quanto pubblicato ieri ed oggi dai quotidiani Giornale e Libero, il presidente della Camera Gianfranco Fini ha dato mandato di adire le vie legali a tutela della propria onorabilità», dichiara Fabrizio Alfano, portavoce del presidente della Camera.



La Procura distrettuale di Bari ha aperto un fascicolo per «attentato per finalità terroristiche o di eversione» (art. 280 del codice penale) in relazione ai contenuti dell'editoriale di ieri di Maurizio Belpietro, sul progetto di un attentato al presidente della Camera, Gianfranco Fini, da compiere in una sua prossima visita ad Andria. L'ipotesi di reato è nei confronti di sconosciuti. In precedenza la procura di Milano aveva trasmesso alla Procura di Bari una copia della deposizione resa ieri da Belpietro al procuratore Spataro.



Belpietro non ha rivelato il nome della sua fonte al procuratore aggiunto di Milano Armando Spataro che ieri lo ha sentito in qualità di persona informata sui fatti, cioè l'annuncio dell'attentato contro Fini, da organizzare in Puglia ad aprile, la cui responsabilità, secondo Belpietro e la sua fonte, doveva ricadere su Silvio Berlusconi. «Ho parlato di una cosa vera - spiega Belpietro - che aveva come obiettivo Fini, ma l'obiettivo era anche far ricadere la responsabilità della vicenda sul presidente del Consiglio. Questo è ciò che mi è stato raccontato e che ho riferito ai magistrati ieri. Se poi i giornali per esigenze di copione devono raccontare balle, questo è un altro fatto: si sono scritte oggi cose che non stanno nè in cielo nè in terra».



«Non ho rivelato il nome della mia fonte ai magistrati - spiega Belpietro - ho detto semplicemente a loro che questa persona si era rivolta a me e ho dato loro tutti gli elementi in mio possesso tranne il nome perchè questa persona non mi aveva autorizzato a rivelare la sua identità. Certo il procuratore Spataro mi ha chiesto chi fosse, è ovvio, e io ho eccepito il segreto professionale. Era una fonte, mi ha raccontato dei fatti, io ho spiegato tutto in procura e tocca a loro verificare, io non faccio lo Sherlock Holmes».



Belpietro ha commentato l'esistenza di un filmato, come scrive il Giornale, in cui una escort racconta di un presunto incontro a «luci rosse» con Gianfranco Fini, incontro di cui aveva parlato lo stesso Belpietro nel fondo di ieri. «Non so se esiste un filmato a me non risultava di un filmato - spiega Belpietro - ho detto che c'era una persona che girava in alcune redazioni che raccontava questi fatti: se sia vero o no, ciò tocca a qualcun altro accertarlo. Se Fini si ritiene diffamato o calunniato faccia una denuncia».



Belpietro torna sull'articolo in cui parlava dell'attentato a Fini e della escort che racconta di un incontro con il presidente della Camera. «Per consolarsi dopo la botta del 14 dicembre, alcuni esponenti di Futuro e libertà a Natale devono aver esagerato con lo spumante. Di fronte a tutto ciò, cosa avrei dovuto fare? Fingere che nulla fosse accaduto e girare la testa dall'altra parte? Ammettiamo che sia tutto falso, l'attentato e pure le sedute con le escort. Il presidente della Camera dovrebbe essermi grato per averlo avvisato di un paio di mestatori e calunniatori che vanno in giro per l'Italia a spargere veleni sul cuo conto. Ma se al contrario ci fosse qualcosa di vero?». Per Belpietro, «l'unica possibilità era di raccontare tutto e di lasciare poi che se ne occupassero i magistrati. Ed è esattamente ciò che ho fatto, riferendo dopo che ai lettori anche al dottor Armando Spataro della Procura di Milano. Lui e i suoi colleghi di altri uffici giudiziari verificheranno cosa ci sia di vero nella storia pugliese (per quella modenese serve una denuncia per calunnia, perchè ciò che Fini fa o non fa in camera da letto rigurda al massimo i giornali e non i tribunali). Nel frattempo speriamo che a Bocchino e compari sia passata l'ubriacatura da sconfitta».



«Bisognerebbe che i giornali sparassero meno - commenta Umberto Bossi, leader della Lega - Secondo me i giornali farebbero bene a vendere un po' meno copie e non fare troppo casino, perchè poi i problemi che fanno contro Fini ce li sorbiamo in commissione: se uno viene attaccato tutti i giorni, non è favorevole a quello che noi proponiamo, anche se non c'entriamo assolutamente niente».



Bocchino: da Belpietro solo fandonie. «Maurizio Belpietro, prima di scrivere del presunto attentato doveva chiamare il portavoce di Fini per chiedere se era prevista una visita ad Andria a marzo, doveva verificare la notizia con il ministro dell'Interno e chiedere lumi alla parte interessata - dice il capogruppo di Fli alla Camera, Italo Bocchino - Prima di sparare fandonie sulla escort modenese, Belpietro doveva verificare attraverso la prefettura di Modena se Fini era stato lì nei periodi indicati da chi l'accusa. Questo è il giornalismo che ci hanno spiegato quando ci siamo iscritti all'ordine e così andrebbe fatto. Belpietro invece aveva l'ansia di tirar fuori queste fandonie e temeva che prima di lui lo facesse il Giornale (una gara tra titani). E così ha fatto la frittata che è sotto gli occhi di tutti».



Urso: «La campagna di annientamento politico che i giornali vicino al premier hanno nuovamente scatenato contro Gianfranco Fini non fermerà Futuro e Libertà che anzi realizzerà il proprio Congresso a Milano chiamando a raccolta chi nel centrodestra e nel paese non intende chinare la testa - afferma il coordinatore di Futuro e Libertà - Noi non ci lasciamo intimidire nè dalle liste di proscrizione e neppure dal fango e dai veleni che la politica della corruzione ha messo in campo contro chi non si arrende. È pero gravissimo il silenzio complice di chi nel Pdl dovrebbe, invece, prendere le distanze da quella che appare a tutti un infamante campagna che sta avvelenando i pozzi della politica e delle istituzioni».



Flavia Perina: un tempo erano bombe, oggi sono escort. «Se il topic degli anni di piombo fu la teoria del doppio Stato, quello dei nostri anni di fango sarà il titolo dell'editoriale di Maurizio Belpietro: “Iniziano a girare strane storie” - scrive l'esponente di Fli e direttore del Secolo d'Italia sul Post, il giornale online diretto da Luca Sofri - Le “strane storie” non costano niente, alzano polvere più di dieci chili di tritolo e sono perfettamente funzionali allo scopo di bloccare la democrazia italiana nel pantano dov'è, demolendo e delegittimando chiunque prefiguri alternative al potere costituito, o comunque lo limiti». Secondo Perina mentre «una volta nei passaggi politici più delicati scoppiavano le bombe, oppure venivano rapiti gli statisti, oggi si videoregistrano non meglio identificate escort: il salto di qualità democratico è evidente. Niente vittime, niente sangue, niente dispendiose operazioni di depistaggio, rischi penali bassissimi: l'effetto è lo stesso, ma tutto è molto più pulito, economico, light. E se era difficile giustificare la liceità costituzionale di una P38 o di un timer ora si può dire con leggerezza commentando la nuova offensiva di Libero e del Giornale: è libertà di stampa, perché vi offendete?».



L'Udc: basta fango su Fini. «Dopo il fango di questa estate verso il presidente della Camera, dobbiamo impedire che si vada verso una nuova stagione di veleni. Tutte le forze politiche sono chiamate a un supplemento di responsabilità, senza speculare in alcun modo su vicende oscure, trame e sospetti che rincorrono voci del tutto incontrollate. Sarà la magistratura a fare piena luce; nel frattempo, soprattutto chi ha ruoli di responsabilità politica e di governo è chiamato a impedire che queste vicende condizionino la politica italiana», scrivono in una nota congiunta, il capogruppo dell'Udc al Senato Gianpiero D'Alia e il vicecapogruppo centrista alla Camera, Gian Luca Galletti.
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