Irene declassato, polemica a New York
Tornado in quattro stati, 12 morti / Video

Un incrocio allagato a Soho (foto Mary Altaffer - Ap)
Un incrocio allagato a Soho (foto Mary Altaffer - Ap)
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Domenica 28 Agosto 2011, 09:38 - Ultimo aggiornamento: 28 Settembre, 00:07

ROMA - Dopo essersi abbattuto sulle coste del North Carolina e Virginia provocando almeno dodici vittime, l'uragano Irene ha raggiunto New York, dove si sono registrati diversi allagamenti. Subito dopo aver interessato la metropoli, Irene è stato declassato a tempesta tropicale. La crisi è rientrata e già serpeggia la polemica per le parole del sindaco definite troppo allarmastiche.

Obama: il pericolo non è passato. L'emergenza legata a Irene «non è ancora finita. Ora è diventata una tempesta tropicale, ma resta ancora pericolosa»: lo ha detto il presidente degli Stati Uniti, Barack Obama assicurando che il governo aiuterà tutti i cittadini che haonno avuto danni.

La pioggia, battente per tutta la notte, è cessata intorno alle 10 del mattino. In diretta Tv il segretario di stato alla sicurezza interna, Janet Napolitano, ha invitato alla cautela, ma facendo capire che l'emergenza Irene sta davvero finendo: «Il peggio è passato, l'uragano sta lasciando la città, ma non siamo ancora uori dai guai» ha detto Napolitano, che tiene costantemente informato il presidente Barack Obama su tutti gli sviluppi della situazione. Nella Grande Mela si tira un sospiro di sollievo e si prende atto che Irene è stata meno devastante del previsto, nonostante le raffiche di vento oltre i 130 chilometri orari che hanno sferzato la metropoli per tutta la notte. Qualcuno, però, adesso comincia a parlare di eccessivo allarmismo.

Terminata la pioggia battente che per 20 ore ha martellato la città, fino alle 17 ora italiana, la gente torna per strada e cerca di tornare alla normalità. Ma per tornare davvero alla vita di tutti i giorni ci vorranno molte ore. Secondo il servizio metereologico è possibile che non piova più nelle prossime ore anche se la tempesta tropicale Irene potrebbe continuare a farsi sentire con i venti. L'intera rete della metro resterà chiusa almeno fino a domani mattina e i pompieri stanno lavorando incessantemente per risolvere i problemi causati dallo straripamento dell'Hudson e dell'East River, nella parte più a sud di Manhattan e in alcune aree di Brooklyn e del Queens. I danni sembrerebbero non essere ingenti, ma si tratta ancora di primissime stime. Il sindaco Michael Bloomberg dovrebbe a breve revocare lo stato di emergenza e la gran parte dei cittadini evacuati dalle zone più a rischio (circa 370.000) potrebbero ben presto rientrare nelle proprie abitazioni. L'allerta comunque rimane ancora alta. Il problema più serio al momento sembra quello di ridare la luce ai circa 4 milioni di abitanti della East Coast colpiti dal black out, di cui 90.000 a New York e 300.000 a Washington. Ma la paura, soprattutto nella Grande Mela, sembra davvero passata.

Il sindaco Michael Bloomberg, dopo aver ordinato l'evacuazione di 370.000 newyorkesi, aveva lanciato un appello a rimanere in casa: «Da questo momento la situazione peggiorerà.

Il tempo per evacuare è finito» aveva detto poco dopo le 22 locali (le 4 italiane). Oltre a Philadelphia e New York, i trasporti pubblici si sono fermati anche a Boston. Il 90% di Atlantic City è stata evacuata. Cancellati quasi 10.000 voli aerei. Disattivate due centrali nucleari. Sono quattro milioni gli americani rimasti senza corrente elettrica a New York, in North Carolina e in Virginia.

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A New York nella parte sud di Manhattan il fiume Hudson ha superato gli argini e ricoperto d'acqua la passeggiata di Battery Park. Il livello dell'East River è salito a livello del marciapiede. A Brooklyn diverse strade sono rimaste allagate. Una parte dell'Holland Tunnel, che collega Lower Manhattan al New Jersey, è stata chiusa per inondazioni. La città è stata spazzata da fortissime raffiche di vento e da una pioggia battente. Una delle principali preoccupazioni era quella di un black out generale. A Long Island 300.000 persone sono senza elettricità, afferma la Long Island Power Authority, sottolineando che il numero è destinato a salire. In Connecticut sono 250.000 le persone senza corrente elettrica. In New Jersey 400.000.

Raffiche di vento oltre i 130 chilometri orari. Per le strade solo auto della polizia e camion dei pompieri, oltre a qualche taxi. Nei rifugi allestiti dall'amministrazione cittadina hanno trovato riparo più di 5.300 persone delle 370.000 evacuate dalle zone a rischio.

Almeno dodici vittime. Nel Maryland una donna rimasta uccisa dal crollo di un albero sulla sua abitazione; in Florida un uomo di 55 anni morto mentre faceva surf al largo di New Smyrna Beach; cinque i morti in North Carolina e tre in Virginia, dove si registra la vittima più giovane, un ragazzino di 11 anni ucciso nella sua abitazione dal crollo di un grosso albero.

«Il peggio è passato» e la tempesta tropicale Irene «non è stata così grave come alcuni avevano previsto». Ma l’allerta resta: «Restate in casa e godetevi la famiglia, non mettetevi sulle strade. Lo afferma il governatore di New York, Andrew Cuomo, in un’intervista alla Cnn, sottolineando che i problemi all’elettricità potrebbero durare diversi giorni. «I danni maggiori ci sono stati a Long Island».

«Il peggio è passato per New York». Lo afferma il sindaco Michael Bloomberg, sottolineando che nella città la tempesta tropicale Irene non ha causato nessuna vittima e che domani, lunedì, Wal Street sarà regolarmente aperta. L’ordine di evacuazione di alcune aree di New York è stato revocato alle ore 15.00, le 21.00 italiane.

Nella prima stima dei danni, il sindaco ha ammesso che la tempesta ha sradicato circa 650 alberi a New York.

Manhattan il giorno dopo la grande paura. Quello che colpisce tornando a passeggiare dopo la bufera notturna è il contrasto: la città appare ancora spettrale, i ristoranti e i negozi ancora chiusi, le finestre dei condomini ancora sbarrate. Per la maggior parte delle vie continua a regnare un silenzio surreale. La gente, però, onn vede l’ora di tornare alla normalità e torna in strada. A Battery Park, una delle zone evacuate, il mare è grosso, ma la punta estrema di Manhattan è la prima a respingere Irene. L’acqua che aveva allagato il quartiere si è ritirata. Ricompaiono gli appassionati del jogging e i turisti con le macchine fotografiche.

Irene ha prodotto tornado in almeno 4 stati: New Jersey, Virginia, Maryland e Delaware. Normalmente i tornado si possano creare solo nel Midwest o nel Sud del Paese, quando l'aria fredda che viene dal Canada è spinta giù dalle perturbazioni calde provenienti dal Golfo del Messico. La maggior parte delle vittime prodotte da un uragano, in realtà non sono state causate direttamente dall'uragano stesso, ma dai tornado che ha prodotto.

Le centrali nucleari. La centrale nucleare Exelon's Oyster Creek in New Jersey è stata disattivata dopo una riduzione della propria capacità al 30%. La centrale avrebbe dovuto essere chiusa a breve per lavori di mantenimento e le autorità hanno deciso di farlo come precauzione in vista dell'uragano. Un reattore nucleare a Calvert Cliffs, sulla Chesapeake Bay, nel Maryland, si è spento automaticamente in conseguenza dei forti venti, ha detto un portavoce della compagnia che gestisce l'impianto, la Constellation Energy Nuclear Group. «L'impianto è al sicuro; non c'è alcuna conseguenza su dipendenti o sui residenti. Non c'è alcuna minaccia», ha assicurato il portavoce.

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