Aumento Iva, probabile già da ottobre
Brunetta: Letta onori impegni e smentisca

Saccomanni e Letta
Saccomanni e Letta
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Mercoledì 18 Settembre 2013, 13:11 - Ultimo aggiornamento: 19 Settembre, 15:52

ROMA - Letta smentisca l'aumento dell'Iva e onori gli impegni presi nell'atto di nascita del governo: quanto chiede Renato Brunetta, presidente dei deputati del Pdl. «E' bastata la visita di un giorno a Roma del commissario per gli Affari economici e monetari della Ue, Olli Rehn - dice Brunetta - con le sue inopportune dichiarazioni, che tutti adesso reputano inevitabile l'aumento dell'Iva a ottobre (pare che anche qualcuno all'interno del governo se ne sia convinto). Eppure gli impegni del presidente del Consiglio, Enrico Letta, nel discorso su cui ha ottenuto la fiducia delle Camere lo scorso 29 aprile erano chiari: "rinunciare all'inasprimento dell'Iva"; "superare l'attuale sistema di tassazione della prima casa"; "generale riduzione del costo del lavoro e del peso fiscalèe" Provvedimenti complementari l'uno all'altro e non alternativi. Per i quali, tra l'altro, il Popolo della libertà ha fornito al governo ipotesi di copertura più che sufficienti. A questo punto la risposta spetta solo a Enrico Letta e non a inutili epigoni del Partito democratico o di Scelta civica. Siamo convinti che il presidente del Consiglio onorerà gli impegni presi».

Brunetta: se l'Iva aumenta non ci sarà più maggioranza. «Gli accordi di maggioranza prevedevano che non aumentasse l'Iva ad ottobre, e così sarà. Altrimenti non ci sarà più la maggioranza» ha detto successivamente Brunetta ai microfoni del Tg1.

Ue: su aumento Iva deciderà il governo. Oggi, intanto, Simon O' Connor, portavoce del commissario Ue agli Affari economici Olli Rehn, ha detto che «sull'eventuale aumento dell'Iva spetta al governo decidere».

Fassina: «Per evitare l'aumento dell'Iva rivediamo l'intervento sull'Imu. Confermiamo la cancellazione per il 90% dei proprietari e lasciamo contribuire il 10% delle abitazioni di maggior valore»: è questa la replica del viceministro dell'Economia Stefano Fassina, il quale spiega che così si recuperano 2 miliardi, da usare anche per la deducibilità per i capannoni. «L'aumento dell'Iva dal 1° ottobre - dice Fassina - peserebbe negativamente sull'economia. Non c'è dubbio. Va evitato. Ma non vi sono gli spazi di finanza pubblica per affrontare entro la fine dell'anno Iva, Imu, cassa integrazione in deroga, missioni internazionali e interventi per rispettare il limite del 3% di deficit sul Pil. Un impegno, si ricordi, assunto dal governo Berlusconi non da Letta o Saccomanni. È necessario, quindi, scegliere». Rivedendo l'intervento sull'Imu, lasciando la tassa sul 10% delle prime case di maggior valore, «recuperiamo due miliardi di euro. Un miliardo lo utilizziamo per rinviare l'aumento dell'Iva; un miliardo lo dedichiamo alla deducibilità dell'Imu per i beni strumentali delle imprese».

Matteoli: non siamo un protettorato della Ue, Letta smentisca. «Ci aspettiamo una chiara smentita del presidente del Consiglio rispetto al ventilato aumento dell'Iva - incalza Altero Matteoli, senatore Pdl e presidente della commissione Lavori pubblici di palazzo Madama - Gli impegni si rispettano, a maggior ragione quelli presi con gli elettori e con il Parlamento. Ci auguriamo che il governo assuma decisioni politiche, avendo come priorità gli interessi dei cittadini e delle imprese, non i buoni rapporti con certi eurocrati che considerano l'Italia un protettorato piuttosto che uno Stato fondatore dell'Ue».

Speranza: il governo scongiuri l'aumento. «Sarebbe un duro colpo per le famiglie e le imprese - sostiene il capogruppo Pd alla Camera, Roberto Speranza - e finirebbe per deprimere ulteriormente i consumi. Mi auguro che il governo faccia tutto il possibile per scongiurare tale aumento».

Renziani: aumento Iva dopo la riduzione dell'Imu è un colpo ai deboli. «L'aumento dell'Iva al 22% dopo aver reperito risorse per la riduzione parziale dell'Imu sarebbe un duro colpo alle fasce più deboli - dicono i deputati del Partito democratico Lorenza Bonaccorsi, David Ermini, Federico Gelli, Ernesto Magorno - Il governo ha trovato le risorse per abolire la prima rata Imu sulla prima casa - spiegano i deputati - che riguarda una parte considerevole degli italiani, ma non tutti. Non ne beneficiano, infatti, coloro che non sono proprietari di casa. L'eventuale aumento dell'Iva, invece, andrebbe a colpire indiscriminatamente tutta la popolazione, dai super ricchi, che ne subirebbero molto relativamente le conseguenze, ai più poveri, che invece vedrebbero incidere in profondità l'aumento della tassa su tutti i propri consumi, poichè ricadrebbe maggiormente sui redditi bassi».

Colaninno: il Pdl gioca a scaricabarile. «La politica economica dovrebbe essere una sfida di comune responsabilità tra le forze di maggioranza - Matteo Colaninno, responsabile Economia della segreteria nazionale del Pd - Il Pdl pensa invece di giocare allo scaricabarile, di fare campagna elettorale, come ha fatto sulla vicenda Imu, intestandosi uno sforzo e un risultato comune. Al presidente Brunetta dico che la sfida lanciata a Letta e Saccomanni su Imu e Iva è una sfida comune, riguarda noi ma riguarda anche lui. L'onorevole Brunetta, da valente economista, conosce benissimo i vincoli finanziari stringenti del Paese, la difficoltà estrema delle coperture. Ma fugge da una visione di insieme per fissarsi di volta in volta sul tema che lo interessa e sul quale intende fare propaganda. Sappia che sul tavolo, dovranno essere considerate complessivamente le ineludibili priorità del Paese: cassa integrazione, scuola, Iva, cuneo fiscale, solo per citarne alcune. A tutti noi piacerebbe fare tutto, in particolare fare gli interventi che piacciono ai rispettivi elettorati. Ma tutti siamo costretti a fare i conti con la necessità di avere un'ottica complessiva e di trovare coperture finanziarie solide e credibili per il complesso degli interventi in agenda. Se il Pdl dispone del moltiplicatore dei pani e dei pesci si faccia avanti e lo renda disponibile per tutti».

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