Uccello preistorico torna ad abitare in Nuova Zelanda dopo più di cento anni: dall'estinzione alla rinascita, cosa sappiamo

Si chiama takahē, ha una forma perfettamente sferica e delle piume coloratissime

Uccello preistorico torna ad abitare in Nuova Zelanda dopo più di cento anni: dall'estinzione alla rinascita
Uccello preistorico torna ad abitare in Nuova Zelanda dopo più di cento anni: dall'estinzione alla rinascita
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Martedì 29 Agosto 2023, 15:05 - Ultimo aggiornamento: 15:08

Da circa cento anni non si avevano più notizie di lui. Per tutti era un animale ormai estinto, introvabile. Invece dalle scorse settimane il takahē, un grande uccello variopinto incapace di volare, è tornato a ripopolare alcune aree della Nuova Zelanda, precisamente la valle del lago Whakatipu Waimāori. Un fatto storico per Ngāi Tahu - la tribù che vive nella zona -, che negli ultimi anni aveva affrontato una lunga battaglia per il suo ritorno.

L'identikit

Vivono in montagna, sono alti circa 50 centimetri e non volano: questi sono i takahē, creature insolite risalenti all'era preistorica del Pleistocene.

Tra le loro particolarità, il piumaggio blu-verde e la loro forma perfettamente sferica, che li fa sembrare un "pianeta Terra in miniatura", appolaiato su due zampe rosse. 

Il ritorno

Il loro ritorno in Nuova Zelanda ha rappresentato una vittoria per tutti. Dichiarati formalmente estinti nel 1898, la loro popolazione fu devastata dall'arrivo di ermellini, gatti, furetti e ratti, portati dai coloni europei. Per questo motivo, nel 1948 gli ambientalisti raccolsero e incubarono artificialmente le uova, evitando così che venissero mangiate dai predatori. Una volta schiusi, i pulcini vennero allevati e nutriti prima di essere introdotti in alcuni santuari insulari e parchi nazionali. Da quel momento il loro numero ammonta a circa 500, con una crescita dell'8% l'anno. 

Se la loro introduzione nella valle del lago Whakatipu Waimāori non risulterà complicata e se le coppie liberate si adatteranno alla nuova casa, il prossimo passo sarà la liberazione di sette uccelli a ottobre e altri dieci all'inizio del prossimo anno. Un'operazione non facile, ma sicuramente stimolante, che fa parte di un progetto molto ampio di protezione degli uccelli a rischio. La Nuova Zelanda sta infatti cercando di eliminare entro il 2050 tutti i predatori pericolosi, come ratti, ermellini e opossum.

 

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