Cremona, 63enne uccide il figlio
ferisce la moglie e si ammazza

Cremona, 63enne uccide il figlio ferisce la moglie e si ammazza
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Venerdì 12 Giugno 2015, 11:39 - Ultimo aggiornamento: 15 Giugno, 13:34
​CREMONA - Tragedia familiare stamani in una villetta di via Volontari del Sangue a Offanengo, in provincia di Cremona. Dopo la lite furibonda in casa, la sparatoria. Stamattina a Offanengo (Cremona), sono stati esplosi sette colpi di pistola nel salone dell'elegante villa con piscina di via Circonvallazione Sud. Tre dei proiettili sparati dal padre, Francesco Pea, si sono conficcati nel torace del figlio Michael, studente universitario di 20 anni, uccidendolo.



Altri tre hanno raggiunto al ventre la madre del ragazzo, Fabiola Provana, di 49 anni, casalinga originaria di Chieve, ora ricoverata in prognosi riservata all'ospedale maggiore di Crema. Quindi l'uomo si è puntato il revolver alla tempia e ha premuto il grilletto, rimanendo ucciso all'istante. Pea, rappresentante di caffè di 52 anni, pensava di avere ucciso la moglie.



Prima della sparatoria, i vicini riferiscono di averlo sentito urlare: «Non si può andare avanti così». È probabile che in famiglia ci fossero problemi economici, come trapela dal fronte degli inquirenti. Il movente trova conferma in uno scritto nel quale il parricida confessa tutta la sua disperazione: i carabinieri lo hanno trovato al piano terra della casa. Nel quartiere tanti stentano a credere a una tragedia assolutamente imprevista.



Quella villa, ora circondata dalle fettucce bianche e rosse con cui i carabinieri tengono a distanza i curiosi, i coniugi Pea l'avevano acquistata meno di cinque anni fa e in questo lustro l'hanno arricchita e abbellita. Villa Fabiola, l'avevano chiamata, con tanto di targa su un pilastro del cancello. Il proprietario era originario del Pavese e fino a un paio d'anni fa gestiva un'impresa di noleggio di slot-machine destinate ai locali pubblici. Sarebbe stata questa attività a rivelarsi, almeno negli ultimi tempi, tutt'altro che florida per la famiglia. Da qualche tempo i vicini vedevano Francesco Pea uscire di casa di buon'ora alla guida di un furgoncino bianco, carico di caffè. Lui, la moglie e il figlio vengono descritti come gente riservata e laboriosa.



Il padre era sempre in giro per lavoro, la madre sbrigava le faccende domestiche e il figlio Michael frequentava l'università con ottimi risultati. Nulla lasciava presagire l'esistenza di problemi economici e ovviamente nemmeno la tragedia. In molti hanno sentito gli spari in via Circonvallazione Sud. In breve sono giunte sul posto le pattuglie dei carabinieri e della polizia. I primi ad entrare nella villa, da una finestra lasciata aperta, sono stati i militari della stazione di Romanengo (Cremona). Hanno trovato subito il cadavere di Francesco Pesa con la rivoltella ancora in pugno. Lì vicino, riverso a terra, c'era Michael, che probabilmente si era appena alzato, e che sembrava dare ancora segni di vita. I soccorritori giunti dall'ospedale maggiore di Crema hanno tentato inutilmente di strapparlo alla morte.



La donna, invece, si era trascinata in cortile, sul retro dell'abitazione. È stata subito soccorsa e trasferita in ospedale a Crema.
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