Makka, la 19enne che ha ucciso il padre a coltellate: «In casa ci picchiava a colpi di karate. Ero stanca delle sue violenze»

L'interrogatorio di Makka, 19 anni, ha confessato di aver ucciso il padre con un coltello da cucina

Makka, la 19enne che ha ucciso il padre a coltellate: «In casa ci picchiava a colpi di karate. Ero stanca delle sue violenze»
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Domenica 3 Marzo 2024, 09:53

Makka ha appena ucciso il papà che picchiava lei e la mamma. La ragazza 18enne di Nizza Monferrato originaria come la sua famiglia della Cecenia, è sconvolta. «Sono intervenuta per difendere mia madre. Allora papà mi ha inseguita e presa a pugni. Mamma ha tentato di difendermi. E lui ha ricominciato a prendere a schiaffi anche lei. Era esperto di karate e arti marziali, sapeva dove colpirci in modo che i lividi non si vedessero. Ma ci ha sempre picchiate. Non volevo che lo facesse. Ero stanca. Mi sono difesa», ha raccontato nella caserma dei carabinieri di Canelli.

«La lite è cominciata quando mio padre ha detto di  essersi licenziato»

Quella ragazza dai modi gentili, che frequenta con ottimi risultati il liceo scientifico, gli occhi azzurri e il hijab sempre indossato, è crollata.

Come riferisce il Corriere.it, ricostruisce la vita e i rapporti all'interno della sua famiglia, dove comandava con quotidiana violenza il  padre Akhyad Sulaev, 50 anni, «Venerdì papà si è licenziato. Per l’ennesima volta  - dice Makka - aveva perso il lavoro da muratore. Dopo si è diretto al ristorante. Quello dove mamma lavora come lavapiatti e dove io nel weekend aiuto come cameriera. A mia madre ha chiesto di licenziarsi. Lei gli ha detto di no. Gli ha domandato: “Ma come facciamo con i soldi. Come andiamo avanti?”. La prima lite è scoppiata in quel momento. Mamma lo ha anche mandato via. Ma arrivato a casa lui ha ricominciato. Non era una novità. Papà ci ha sempre picchiate. In Cecenia, quando ero più piccola, era anche peggio. Ha sempre praticato arti marziali, conosceva la boxe e il karate. Se la prendeva soprattutto con noi. Con i miei fratelli invece alzava le mani solo se intervenivano nelle discussioni».

Le violenze quotidiane contro moglie e figlia

In casa a Nizza Monferrato oltre alle due donne c’erano anche gli altri tre figli della coppia una 14enne e due maschietti di 12 e 11 anni. L’uomo, che non voleva accettare l’indipendenza costruita dalla moglie e dalla figlia maggiorenne, dopo essere rincasato alle 18 ha prima percosso la moglie per poi, quando la giovane ha cercato di difenderla, iniziare a prendersela anche con lei. «Ho cercato di dividerli, dicendogli di smetterla di trattarci cosi. Lui se l’è presa con me. Mi ha inseguita per casa, fino alla mia stanza, mi ha presa a pugni – racconta ancora la giovane –. Mamma si è rimessa tra noi. Io ho preso un coltello per difendermi. L’ho colpito lasciandolo a terra. Ma non volevo ucciderlo. Poi ho atteso i carabinieri». Makka e la mamma - fanno sapere gli avvocati che difendono la ragazza - non hanno mai denunciato le violenze del padre.

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