Gran Bretagna fuori dall'Europa,
panico sui mercati. Borse a picco

Gran Bretagna fuori dall'Europa, panico sui mercati. Borse a picco
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Giovedì 23 Giugno 2016, 08:32 - Ultimo aggiornamento: 24 Giugno, 20:03

Gran Bretagna fuori dall'Europa. Vince la Brexit al referendum. Secondo i risultati ufficiali, a favore dell'uscita del Regno Unito dalla Ue, "Leave", ha votato il 51,9% degli elettori britannici (17.410.742 milioni di voti), contro il 48,1% a favore del Remain (16.141.241). Il distacco tra i due schieramenti è quindi di oltre un milione di voti. 

Con questo verdetto, la Gran Bretagna si prepara così ad uscire dall'Unione Europea. L'affluenza al voto è stata molto alta, sopra le previsioni, pari al 72,2% dei circa 46,5 milioni di elettori che ne avevano diritto. Secco il quesito: «Il Regno Unito deve rimanere un membro dell'Unione Europea o uscire dall'Unione Europea?». E le alternative erano due: «Remain» o «Leave», dentro o fuori. E i cittadini hanno votato per l'uscita.

La Gran Bretagna dunque rompe gli ormeggi e un'alba d'incognite si apre sull'Europa dopo una notte drammatica in cui l'opinion poll che alla chiusura dei seggi del referendum dava il fronte filo-Ue in vantaggio è stato ribaltato. Fino a portare i Leave, sostenitori del divorzio, a oltre un milione di voti in più. Il leader storico degli euroscettici dell'Ukip, Nigel Farage, l'unico a sbilanciarsi in una raffica di dichiarazioni durante lo spoglio, canta vittoria: «Questa è l'alba di un Regno Unito indipendente, oggi è il nostro Independence Day, è arrivato il momento di liberarci da Bruxelles».

Londra e la Scozia non sono riuscite a compensare la valanga dell'Inghilterra profonda, ma anche del Galles. Forse un ruolo lo ha giocato anche il maltempo, con l'impatto che la pioggia torrenziale di ieri ha avuto sull'affluenza alle urne nella capitale.

Drammatica la reazione dei mercati: dopo l'euforia seguita al primo opinion poll che aveva dato Remain al 52%, la sterlina è piombata ai minimi storici sul dollaro dopo una discesa a precipizio peggiore di quella del Venerdì Nero del 1992. Panico nelle borse asiatiche e a picco i futures sul mercato di Londra.

E' la stessa Unione Europea ora a dover affrontare ora un contraccolpo pesantissimo, che le cancellerie occidentali - rimaste tutta la notte con il fiato sospeso - ancora ieri sera speravano di evitare. A Londra, poi, la crisi politica rischia di essere questione di ore. Skynews cita già fonti vicine a Downing Street che ipotizzano come imminenti le dimissioni di Cameron.

Cameron ha annnunciato le dimissioni per l'autunno. È ha detto tuttavia il ministro degli Esteri britannico Philip Hammond. «Il Paese ha bisogno di un senso di continuità e di stabilità e Cameron ha chiarito che resterà», ha affermato.

Il primo ministro conservatore, sconfessato in primo luogo dall'elettorato del suo partito e sfidato in casa in particolare dal rampante ex sindaco di Londra Boris Johnson, capofila non ufficiale dello schieramento dei Leave, non sembra comunque avere più vie d'uscita. Quel referendum che lui stesso aveva promesso e poi convocato credendo di poter dare un contentino sul fronte interno lo sta travolgendo. «Il genio dell'euroscetticismo è uscito dalla lampada», ha tuonato il tribuno Farage. E forse non solo in Gran Bretagna.


 

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