«Wendy non doveva vivere senza di me. Ho premeditato tutto». Sono le parole di Giulia Lavatura Truninger, la donna 41enne che lunedì mattina si è lanciata dal nono piano del palazzo in cui viveva, a Ravenna, portando con sé la figlia di sei anni e il cagnolino. Davanti ai pm, la donna che è sopravvissuta a differenza della piccola, ha ammesso di aver sospeso da poco l'assunzione dei farmaci che le erano stati prescritti dal centro di salute mentale dov'era in cura.
La premeditazione
La donna è ora ricoverata a Cesena ed è in stato di arresto, ed è stata sentita dai pm, dagli investigatori e dai medici.
Ha ricostruito così la tragedia: alle 7.15 ha aperto una finestra all'ultimo piano del condominio, ha camminato sui ponteggi con la figlia in braccio e poi si sono lanciati nel vuoto. Lei è stata l'unica a sopravvivere, con una lesione alla colonna vertebrale. «L’unica esitazione l’ho avuta quando mia figlia ha cercato di fermarmi. L’avevo presa in braccio che ancora dormiva e poi si è svegliata. Volevo suicidarmi e volevo che lei non rimanesse senza di me. Avevo premeditato tutto giorni prima», ha spiegato.