Filippo Turetta e gli sconti di pena: dal rito abbreviato al mancato appello, quando si applicano

"Può ottenere lo sconto di pena di un terzo", spiega l'avvocato penalista Stampanoni Bassi

Filippo Turetta e gli sconti di pena: dal rito abbreviato al mancato appello, quando si applicano
Filippo Turetta e gli sconti di pena: dal rito abbreviato al mancato appello, quando si applicano
di Alessandro Rosi
5 Minuti di Lettura
Mercoledì 29 Novembre 2023, 20:14

«Filippo Turetta può ottenere lo sconto di pena di un terzo se accede al rito abbreviato». Ma ci devono essere delle condizioni, come sottolinea l'avvocato Guido Stampanoni Bassi. C'è però di più. Perché se dopo l’abbreviato non propone appello, allora può vedere la pena ulteriormente ridotta: «Fino a un un sesto dopo la riforma Cartabia», sottolinea il penalista. Quali sono le condizioni per accedere a questo tipo di giudizio? La difesa dell'ex fidanzato di Giulia Cecchettin quale strategia utilizzerà? Il parere di Stampanoni Bassi.

Filippo Turetta può evitare l'ergastolo? Perché?

Le aggravanti che possono portare alla pena dell’ergastolo possono essere, in questo caso, quella della relazione affettiva tra autore del reato e vittima, quella della crudeltà, quella della premeditazione o quella dei futili motivi.

Cos'è la premeditazione?

Bisogna distinguere la premeditazione dalla cd. mera “preordinazione del delitto”. In questo secondo caso si intende l'apprestamento dei mezzi minimi necessari all’esecuzione, nella fase a quest’ultima immediatamente precedente. Da sola non è sufficiente a integrare l’aggravante della premeditazione.

Quali sono le condizioni necessarie?

Ci deve essere il radicamento e la persistenza costante, per un apprezzabile lasso di tempo, nella psiche del reo del proposito omicida, del quale sono sintomi il previo studio delle occasioni e dell’opportunità per l’attuazione, un’adeguata organizzazione di mezzi e la predisposizione delle modalità esecutive. Ad esempio, è stato affermato che non è un sicuro indice rivelatore della “premeditazione” – che, appunto, si sostanzia in una deliberazione criminosa coltivata nel tempo e mai abbandonata – l’intervallo di una notte tra la preparazione e l’esecuzione, così come non possono trarsi elementi di certezza dalla predisposizione di un agguato, perché ciò attiene alla realizzazione del delitto e non è sufficiente a dimostrare l’esistenza di quel processo psicologico di “intensa riflessione” e di “fredda determinazione” che caratterizza la indicata circostanza aggravante.

L'aggravante della crudeltà quando ricorre? Può essere applicata a questo caso?

Quanto alla aggravante della crudeltà, essa ha – in ambito giuridico – un significato diverso da quello che noi gli diamo nella vita di tutti i giorni, anche perché, altrimenti, quale omicidio di questo tipo non sarebbe per definizione anche crudele? La giurisprudenza, anche recentemente in noti casi di cronaca, ha ricordato che, posto che una certa quota di crudeltà è inevitabilmente insita in qualunque delitto doloso cruento, si ha “crudeltà” quando si assista all’inflizione di un male “aggiuntivo” tale da denotare la spietatezza dell’agente. Serve, cioè, una condotta eccedente rispetto alla normalità causale, che determina sofferenze aggiuntive ed esprime un atteggiamento interiore “specialmente riprovevole”. Se questa è la nozione giuridica della aggravante, non si deve fare l’errore di desumere la crudeltà dell’omicidio dalle eventuali, successive, condotte (spesso raccapriccianti come nel recente caso di Carol Maltesi) che sono poste in essere nei confronti del cadavere.

Cosa sono i motivi abietti o futili?

Quanti ai motivi abietti o futili, è necessario che il reato concretamente realizzato costituisca espressione di un “moto interiore del tutto ingiustificato” che sia il mero pretesto per lo sfogo di impulsi criminali assolutamente avulsi da alcuno scopo diverso dalla commissione in sé del reato, così manifestando una tale sproporzione rispetto alla determinazione criminosa da giustificare un giudizio di maggiore riprovevolezza dell’azione e di più accentuata pericolosità dell’agente.

Anche qui è importante precisare che il giudizio sulla futilità del motivo non può essere riferito ad un comportamento medio, attesa la difficoltà di definire i contorni di un simile astratto modello di agire, ma va ancorato agli elementi concreti tenendo conto delle connotazioni culturali del soggetto giudicato, del contesto sociale e del particolare momento in cui il fatto si è verificato, nonché dei fattori ambientali che possono avere condizionato la condotta criminosa.

I due si erano lasciati, ma continuavano ad avere rapporti. Ricorrere l'aggravante della relazione affettiva?

La legge richiede che la relazione sia in vigore, tant’è che nel comma 2 dell’art. 577 c.p. – che però non prevede la pena dell’ergastolo – si specifica che la relazione affettiva può anche essere cessata. Nel primo comma – che è quello che comporta la pena dell’ergastolo – però non si prevede anche la formula “ove cessata”.

Cos'è il vizio di mente parziale? Come si applica?

Il vizio parziale di mente è una attenuante e richiede che l’autore fosse in uno stato di mente da “scemare grandemente, senza escluderla, la capacità d'intendere o di volere”.

In astratto – e questo vale sia per il vizio totale che per il vizio parziale di mente – possono rientrare nel concetto di infermità anche i disturbi della personalità o comunque tutte quelle anomalie psichiche non inquadrabili nel ristretto novero delle malattie mentali, purché siano di consistenza, intensità e gravità tali da incidere concretamente sulla capacità di intendere e di volere, escludendola o facendola scemare grandemente, e sussista un nesso eziologico tra disturbo mentale e condotta criminosa.

Ad esempio, è stata riconosciuta all'imputato la semi infermità nel caso di riscontrata patologia da ludopatia, la quale fosse incidente in modo parziale sulla capacità mentale al momento della commissione del reato.

Al contrario, nessun rilievo può assumere la presenza, in capo all'autore del reato, di un generico “stato di agitazione” determinato da una crisi di astinenza dall'abituale consumo di sostanze stupefacenti, non accompagnato da una grave e permanente compromissione delle sue funzioni intellettive e volitive. Per lo stesso motivo, non causano difetto di imputabilità, né compromettono la capacità di partecipazione cosciente al processo, quelle anomalie caratteriali o quelle alterazioni o disarmonie della personalità che non sono accompagnate da storia clinica.

Come può ottenere sconti di pena?

In assenza delle aggravanti sopra menzionate che fanno scattare la pena dell’ergastolo, si può accedere al rito abbreviato e, in caso di condanna, si ha lo sconto di un terzo. Inoltre, a seguito della riforma Cartabia, se dopo l’abbreviato né l’imputato, né il suo difensore propongono impugnazione contro la sentenza di condanna, la pena è ulteriormente ridotta di un sesto.

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