L'infermiera dei finti vaccini: «Volevano andare solo da lei: così l'abbiamo scoperta». Ora rischia il licenziamento

L'hub di Villorba
L'hub di Villorba
di Mauro Favaro
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Domenica 5 Settembre 2021, 08:46 - Ultimo aggiornamento: 6 Settembre, 07:17

VILLORBA - «Alcune persone che volevano andare solo da lei: nonostante le nostre postazioni fossero vuote, facevano passare gli altri, a quanto pare attendendo che lei si liberasse». Sono nati così i primi sospetti sull'infermiera 50enne dipendente dell'Usl della Marca accusata di aver solo fatto finta di vaccinare una serie di amici e conoscenti no vax per consentire loro di ottenere il Green pass senza essersi sottoposti all'iniezione contro il Coronavirus. A raccontarlo sono i colleghi della donna che dopo oltre vent'anni di servizio tra gli ospedali e il dipartimento di Prevenzione aveva scelto di dare una mano nei centri vaccinali anti-Covid. Fino a giovedì pomeriggio, quando è stata prelevata nell'hub dell'ex Maber di Villorba dagli agenti della squadra mobile di Treviso in borghese, che poi l'hanno interrogata per diverse ore. Adesso è indagata a piede libero per falso ideologico e omissione in atti d'ufficio. Si dovrà chiarire se le vaccinazioni siano state eseguite per finta e se questo sia avvenuto dietro il pagamento di somme di denaro.


SOTTO LA LENTE

I colleghi avevano segnalato già alcune settimane fa al coordinatore del centro vaccinale di Villorba quei comportamenti per lo meno anomali. «Succedeva come capita a volta nelle farmacie, dove ci sono persone che lasciano passare gli altri perché attendono un farmacista di fiducia spiegano gli operatori in un'attività come quella vaccinale, però, tutto questo non ha troppo senso».

Stefano De Rui, direttore del dipartimento di Prevenzione, si è subito rivolto alla questura. L'infermiera, a quanto pare, è stata tenuta sotto la lente per un periodo. Dopo i sospetti, c'è già stato un confronto con i vertici dell'azienda sanitaria. «Non è assolutamente vero che ho fatto le vaccinazioni per finta si è difesa la 50enne ho sempre seguito tutti i protocolli. Forse c'è stato qualche altro problema». Ma alla fine è scattato il blitz. Ora sarà chiamata a rispondere alle pesanti accuse. L'Usl l'ha sospesa in via cautelare. 


LE RIPERCUSSIONI

Se l'inchiesta dovesse confermare le accuse in modo definitivo, scatterebbe inevitabilmente il licenziamento. E non basta. Anche gli amici e i conoscenti che si sarebbero fatti vaccinare per finta, in tutto una decina di persone, ora rischiano di dover pagare un conto salato. «Siamo pronti a chiedere a tutti il risarcimento danni per tutelare l'immagine dell'Usl spiega Francesco Benazzi, direttore generale dell'azienda sanitaria a livello generale, reati di questo tipo prevedono il coinvolgimento di una parte ma anche dell'altra». Non si può nemmeno escludere l'esistenza di una rete. In altre parole, che altro personale dell'Usl abbia dato una mano all'infermiera. «Crediamo di no dice il direttore misurando le parole ma potremo escluderlo solamente quando la magistratura avrà portato a termine il proprio lavoro». Intanto l'azienda sanitaria è tempestata dalle telefonate di cittadini che si sono vaccinati all'ex Maber. Adesso temono di essere stati sottoposti all'iniezione per finta, a loro insaputa. «Ma non c'è alcun problema per le persone che si sono vaccinate a Villorba: i cittadini possono stare assolutamente tranquilli sottolinea Benazzi stiamo parlando di casi circoscritti, legati a rapporti tra l'infermiera in questione e una serie di amici e conoscenti. Non si è trattato di un comportamento seriale. Questo deve rasserenare tutti quanti». Non è una cosa semplice proprio mentre il Covid sta rialzando la testa. L'incidenza media della Marca è di 98 casi a settimana su 100mila abitanti. Negli ultimi sette giorni sono stati confermati 862 contagi. Il 43% riguarda persone provenienti dai Balcani. Il focolaio si sta ridimensionando. Nel frattempo, però, cresce la scia di positività tra i cittadini della Romania, tra i quali si è già arrivati a contare quasi 100 contagi. 

 

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