Le indagini, tuttora in corso, mirano a individuare le responsabilità all'interno di una vasta rete criminale estesa sul territorio nazionale: le attività investigative hanno infatti visto la collaborazione dei Comandi provinciali di Venezia, Padova, Brescia, Modena, Vicenza, Roma e Taranto. I reati ipotizzati sono: contraffazione di sigilli destinati a pubblica certificazione, frode in commercio, commercio di prodotti con segni mendaci aggravato dall'utilizzo di una denominazione di origine protetta. Alle indagini ha fattivamente collaborato Siquria, l'organo tecnico che si occupa ufficialmente della certificazione del vino Amarone della Valpolicella.
Il Comando Provinciale di Verona ha comunicato che dai primi accertamenti di laboratorio già eseguiti sul vino sequestrato non sussiste alcun pericolo per la salute pubblica. Proseguono le indagini al fine di individuare i responsabili dei reati.