ASCOLI - In queste ultime settimane si parla tanto di ripartenza ma c’è chi purtroppo dovrà restare fermo ai box. Stiamo parlando di Industrie tessili picene, azienda di Campolungo che detiene lo storico marchio di Mary Confezioni che ha accusato, come molte imprese del settore manifatturiero, la crisi economica e di fatturati legata alla pandemia.
Il Covid, infatti, ha provocato un crollo della domanda in diversi settori ed in modo particolare nel quello dell’abbigliamento per cerimonie, dove opera Industrie Tessili.
Per questo motivo la proprietà ha comunicato alle organizzazioni sindacali la volontà di procedere alla riduzione del personale con l’esubero di 18 dipendenti sui 60 in organico (e alcuni avevano già abbandonato prima il posto di lavoro). Praticamente un quarto della forza lavoro. Un provvedimento che non trova, per ora, però d’accordo il sindacato Ugl. Due anni fa, con il dilagare dei contagi e la produzione ferma, Industrie tessili aveva rimesso in moto i macchinari per produrre circa tremila mascherine al giorno rifornendo i privati fin quando non sono arrivare quelle certificate. Mascherine in cotone, con tessuto traspirante interno, lavabili e non destinate ad essere quindi presidio medico.
L’accordo sulla ristrutturazione aziendale è stato sottoscritto dai sindacati Cgil, Cisl e Uil ma non dalla Ugl. «Prima di firmare il verbale - afferma Giuseppe Marucci - ci sono alcune questioni da approfondire meglio. Non firmo nulla a scatola chiusa».