Senigallia, sfuma la vendita dell'auto
scatta la minaccia: «500 euro o ti uccido»

Senigallia, sfuma la vendita dell'auto scatta la minaccia: «500 euro o ti uccido»
di Federica Serfilippi
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Giovedì 6 Dicembre 2018, 10:15
SENIGALLIA - Sfuma la stipula di un contratto per la vendita di un’Audi e, come risarcimento per l’affare non concluso, pretende dal cliente il pagamento di 500 euro, costringendolo sotto minaccia a ritirare i soldi da uno sportello bancomat. È questa la ricostruzione della procura attorno a un episodio avvenuto nel luglio 2013 a Senigallia che ha fatto finire sotto accusa per estorsione un 45enne anconetano. L’uomo, affiliato di una concessionario e attualmente in regime di semilibertà, ha ricevuto ieri dal collegio penale presieduto dal giudice Carlo Masini una stangata di cinque anni di reclusione. Il pm Valentina Bavai aveva chiesto 3 anni e 4 mesi. Vittima dell’estorsione, un macellaio fanese che al processo si è costituito parte civile.
  
Cinque anni fa aveva messo gli occhi su un’Audi A3, venduta da una concessionaria di Senigallia. Stando a quanto emerso dalle indagini, il titolare dell’esercizio commerciale e il potenziale acquirente si erano accordati per la compravendita. L’affare era sfumato. A questo punto, stando alla procura, sarebbe intervenuto il 45enne (a cui spettava una parte dell’introito incassato dal concessionario), prendendo di petto il fanese e chiedendogli soldi a titolo di risarcimento per il mancato acquisto.
 
L’estorsione sarebbe partita con una serie di minacce: «O t’ammazzi da solo o t’ammazzo io» avrebbe detto l’anconetano alla vittima, salita sul banco dei testimoni durante la scorsa udienza. Il 28 luglio 2013, il 45enne avrebbe prima schiaffeggiato il macellaio per poi costringerlo a portarsi di fronte a un bancomat e ritirare la somma di 500 euro. La carta era stata “mangiata” dallo sportello. L’imputato, secondo quanto contestato dagli investigatori, aveva preso lo scooter della vittima e i documenti personali. Per la restituzione avrebbe dovuto pagare 250 euro. Dopo lo scambio, il fanese era andato dai carabinieri per raccontare l’accaduto. C’era voluto poco per risalire al 45enne e denunciarlo.
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