I reati
I reati che vengono loro contestati vanno dal furto in abitazione alla tentata rapina in concorso e resistenza a pubblico ufficiale, per fatti risalenti al novembre 2020 nel comune di Polverigi. Nella nottata nel 26 novembre infatti, i due banditi insieme ad altri due complici sempre di nazionalità albanese, avevano saccheggiato diverse abitazioni ed erano fuggiti a bordo di una Citroen C3. La tecnica era sempre la stessa: un foro alla porta finestra per poi penetrare nelle villette più isolate. Tre i furti accertati nel solo territorio di Polverigi. In un caso, addirittura, mentre stavano compiendo la loro razzia, s’erano trovati faccia a faccia col padrone di casa che era rientrato prima del previsto.
L'allarme
Intanto era scattato l’allarme al 112 e sulle tracce dei banditi si erano lanciati i carabinieri del Nucleo operativo radiomobile di Ancona e Osimo con 5 pattuglie che imbastirono un rocambolesco inseguimento della macchina dei fuggitivi fino ad Ancona, in via XXV Aprile, nei pressi della questura. I banditi avevano opposto una violenta resistenza, cercando di speronare le pattuglie, ma l’inseguimento si concluse con quattro arresti. Le minuziose indagini condotte nel 2020 dai carabinieri del Norm di Osimo consentirono di arrestare tutti e quattro i componenti della banda del buco e di attribuire loro una trentina di colpi consumati con lo stesso modus operandi del foro agli infissi ad Ancona, Loreto, Castelfidardo, Camerano e Offagna, fino alla provincia di Macerata. Riuscirono anche a trovare il covo della banda, a Polverigi. Il giudice del tribunale di Ancona aveva condannato i quattro albanesi a complessivi 33 anni di carcere per quei 30 furti consumati e il cui bottino ammonterebbe a circa 200mila euro. Oggi, due di quei banditi sono stati rinchiusi in carcere per scontare la loro condanna.
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