MONTE SAN VITO - «Un’insegnante che anziché spronare i bambini a fare di meglio, anziché incentivarli allo studio, non perde occasione per mortificarli», «una persona che si permette di dire frasi come “vi spacco la testa”», «una persona che non dovrebbe rovinare un’altra generazione», «faccio appello a chi ha a cuore il futuro dei propri figli», «cari genitori, fate attenzione».
Sono gli stralci del lungo messaggio social che la sera del 15 febbraio 2017 era apparso sul gruppo Facebook “Monte San Vito –An” che, ad oggi, conta quasi 2mila iscritti.
La docente, 55 anni, si è costituita parte civile con l’avvocato Marco Subiaco. L’imputato è difeso dal legale Simona Cognini. Ieri, il dibattimento è entrato nel vivo davanti al giudice Luca Zampetti con le prime testimonianze. A sfilare in aula, sono state alcune insegnanti dell’istituto comprensivo che, prima dalla diretta interessata, si erano accorte della pubblicazione social del 50enne. Un post «dal contenuto offensivo» dove non veniva mai citato espressamente il nome della docente, ma «in cui c’erano delle considerazioni sul suo percorso scolastico (il trasferimento da una scuola all’altra, ndr) ben precise» tali da far pensare che l’invettiva fosse proprio rivolta alla parte civile. Proprio sulla riconoscibilità della 55enne si è dibattuto nel corso dell’udienza di ieri: il post ha reso individuabile l’insegnante, ipotizzando la diffamazione? Per la difesa assolutamente no. Di tutt’altro avviso la parte civile che ha rimarcato anche sull’ampio bacino d’utenza del gruppo Facebook. Prossima udienza fissata per il 2 aprile.