Malati di mente, manca personale: «E c’è troppa voglia di manicomio»

Malati di mente, manca personale: «E c’è troppa voglia di manicomio»
Malati di mente, manca personale: «E c’è troppa voglia di manicomio»
di Fabrizio Romagnoli
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Giovedì 18 Gennaio 2024, 04:00 - Ultimo aggiornamento: 12:07

JESI In 1.800 nell’ultimo anno sono stati seguiti, almeno con una visita, dal Dipartimento di salute mentale di Jesi. «Per un 10% almeno si è trattato di primi accessi. Dati a mio parere sotto stimati, dato che non tengono conto delle situazioni passate per il pronto soccorso» dice il dottor Mario Pettinelli, direttore dell’unità operativa di salute mentale dell’Ast e responsabile del servizio nel corso della presentazione in Comune della nuova edizione di “Malati di Niente”.


L’attività


 

La rassegna della Rete del sollievo dal 2000 promuove integrazione e superamento dello stigma legato alla salute mentale tramite arte, teatro, cinema, laboratori creativi e di cittadinanza, libri e collaborazione con scuole, Comuni, associazioni.

Il nuovo cartellone prenderà il via l’1 e 2 febbraio prossimi, presentando a Palazzo dei Convegni e poi agli studenti di Galilei e Liceo classico a San Francesco il libro “Contro tutti i muri. La vita e il pensiero di Franca Ongaro Basaglia” insieme all’autrice Anna Carla Valeriano.

«Felici di dare continuità ad un progetto di cui condividiamo l’approccio» dice Samuele Animali, assessore ai servizi sociali. E Franco Pesaresi, direttore dell’Asp Ambito 9 che contribuisce a promuovere “Malati di Niente”, ricorda: «L’Asp ha deciso di investire in questo settore ancora di più. Creata una nuova area di attività dedicata alla promozione della salute, con attenzione anche ad altri aspetti quali l’attenzione agli stili di vita. A dirigerla la dottoressa Rita Ferro». “Malati di Niente” apre dal 23 gennaio a Palazzo dei Convegni la mostra dell’atelier di pittura delle persone seguite dalla Rete del Sollievo, poi porterà in diversi Comuni i suoi appuntamenti.

«Confermati i rapporti oltre che con Jesi con Maiolati Spontini, Filottrano, Cingoli, Montecarotto e il lavoro con le scuole – elenca il coordinatore del Sollievo Gilberto Maiolatesi – e poi la collaborazione con il Teatro Pirata che, con Arianna Baldini, continuerà a curare i laboratori di teatro integrazione, che ci porteranno anche al festival nazionale di Serra San Quirico. La nuova bella sede del Sollievo in centro a Jesi, nel cuore di Corso Matteotti, la vogliamo rendere un riferimento culturale per la città». È il dottor Pettinelli a tracciare un quadro. «Non sono tanto i numeri, più o meno stabili a parte le criticità relative agli adolescenti, a preoccupare ma una certa “voglia di manicomio” che si avverte. E non è, lo preciso, per una questione di politica a livello locale o nazionale. Ma l’idea che tutte le situazioni problematiche vadano trasferite alla psichiatria è il contrario della possibilità di integrazione. Un buon antidoto può essere proprio il lavoro sociale di proposte come queste». 


Quanto alle problematiche, «vi è una carenza di figure e di stabilità di personale, con ciò che può significare per la continuità delle cure. Per gli adolescenti in particolare la mancanza di neuropsichiatri infantili, figure generalmente rare, pesa. Pochissimi i posti letto, ufficialmente tutti a Torrette. Ma se adolescenti finiscono fianco a fianco con 40enni che affrontano determinate problematiche, la situazione è complessa e grave».

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