JESI - Avrebbe agevolato il meretricio di una 50enne jesina, accompagnandola con la sua auto nei luoghi da lei indicati per incontrarsi con i clienti. È con l’accusa di favoreggiamento della prostituzione che ieri mattina è stato rinviato a giudizio dal gup Francesca De Palma un 63enne residente a Jesi. L’uomo, difeso dall’avvocato Paolo Tartuferi, dovrà affrontare il processo a partire dal 17 maggio del 2023.
I fatti risalgono al 2019 e sono stati circoscritti dai carabinieri della Compagnia di Jesi. A farli sospettare della posizione dell’imputato era stato un episodio avvenuto a Monsano, quando la squillo era stata picchiata e rapinata da un cliente. Quest’ultimo, un gambiano di 27 anni, era stato arrestato dai militari dopo l’aggressione subita dalla donna. Secondo quanto ricostruito dalla procura, cliente e 50enne si erano accordati per una prestazione sessuale del costo di 15 euro.
Vedendo auto all’esterno, se ne erano andati. Nel frattempo che venisse scelta un’altra location, la 50enne aveva detto all’autista di fermarsi in un bar di Monsano per prendere un caffè. Il ritardo sulla tabella di marcia aveva spazientito il 27enne. Una volta riapparsa la donna era andata in scena la lite e la rapina. A soccorrere la donna, aggredita con un cazzotto sul naso e derubata della borsa, era stato proprio l’uomo che ora dovrà affrontare il processo per favoreggiamento della prostituzione. Il gambiano è già stato condannato per l’aggressione: due anni e dieci mesi di reclusione in abbreviato. Il 63enne ha scelto il rito ordinario sicuro di poter smontare le accuse nel corso del dibattimento davanti al giudice monocratico.