In lacrime per il professor Ramini: Jesi perde il suo totem della cultura

In lacrime per il professor Ramini (nella foto a destra): Jesi perde il suo totem della cultura
In lacrime per il professor Ramini (nella foto a destra): Jesi perde il suo totem della cultura
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Martedì 31 Marzo 2020, 07:38
JESI  - Si è spento nel primo pomeriggio di ieri nella sua casa a Jesi, all’età di 82 anni, il professor Antonio Ramini. E la città perde con lui uno jesino appassionato e un grande punto di riferimento culturale. Da Tacito a Scaramouche. Da pensiero e idee repubblicane allo studio su Federico II e Jesi Città Regia. Dall’Ippogrifo – giornale fondato e diretto del Liceo Classico “Vittorio Emanuele II”, dove è salito in cattedra per 24 anni nelle vestiti di insegnante di latino e greco- alla Libera Università per Adulti di cui era tutt’ora presidente.

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Una cultura, quella di Antonio Ramini, profonda e dagli interessi più variegati, priva di steccati. Una conoscenza che non era mai erudizione né sterile culto del passato ma sempre ben radicata e utile nel presente. E che l’aveva reso figura notissima e apprezzatissima, non solo fra le generazioni di studenti che si sono formate sentendogli scandire in classe i versi virgiliani e dei lirici greci, con una passione e un amore che non potevano non conquistare anche i più refrattari. Il professor Ramini lascia la moglie Katia Mammoli, già vicesindaco, assessore alla cultura e consigliere regionale, i figli Luigi ed Emanuele, i nipoti. Una rapida malattia, non il Covid-19 protagonista delle cronache di questi giorni, l’aveva colto da qualche tempo.

 
«È una triste notizia - lo saluta il sindaco Massimo Bacci- una figura di altissimo profilo della nostra città che in tantissimi conoscevano e stimavano per le sue grandi doti umane e professionali. Ha rappresentato uno straordinario punto di riferimento in ambito culturale ed umanistico». Continua il ricordo del sindaco Bacci: «Sempre attento e sensibile alle vicende della nostra comunità, non ha mai mancato di dare più volte la propria disponibilità per le iniziative proposte dal Comune - l’ultima delle quali legata al titolo di Città Regia - o da altri enti ed associazioni ogni qualvolta gli veniva richiesto. Alla moglie Katia Mammoli ed ai figli i sentimenti di affettuosa vicinanza». 

Laureato con lode in Lettere classiche all’Università di Urbino, Ramini aveva frequentato per due anni come borsista un corso di Lessicografia italiana all’Accademia della Crusca di Firenze. Poi l’insegnamento: Avviamento industriale e tecnico femminile a Jesi, le scuole medie di Belvedere, S. Maria Nuova, Serra San Quirico, Federico II e Amedeo di Savoia a Jesi. Quindi, nella sua città, il Liceo scientifico e, vincitore di tre concorsi a cattedra nazionale e dopo l’esperienza al Classico “Annibal Caro” di Fermo, il Vittorio Emanuele II.
Aveva tradotto l’opera omnia dello storico romano Tacito e si era occupato di approfondire e far conoscere ai concittadini la figura di Raphael Sabatini, jesino di nascita i cui romanzi d’avventura erano stati la base di classici hollywoodiani come Scaramouche, Captain Blood, Lo Sparviero del mare. Antonio Ramini con la sua intelligenza illuminata e la vasta cultura riusciva a spaziare in un orizzonte molto ampio lasciando comunque il segno del suo profondo sapere. Era stato primo coordinatore scientifico e tuttora componente della Fondazione Federico II Hoenstaufen, con una serie di contributi sullo Stupor Mundi. 

Per l’intera sua durata aveva curato la pubblicazione della rivista del Partito Repubblicano di Jesi “Politica Come” e aveva collaborato con articoli letterari e storici al “Pensiero Mazziniano” e al “Lucifero”. Era stato nella giuria per la scelta del logo di “Jesi Città Regia”, per la quale aveva espresso un favore culturale al di sopra, data la sua storia, di ogni sospetto. 
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