Pronto soccorso Torrette, fine settimana tutto da dimenticare: bloccate le ambulanze, stop a barelle e seggiolini

Fine settimana da dimenticare con mille disagi: bloccate le ambulanze, stop a barelle e seggiolini
Fine settimana da dimenticare con mille disagi: bloccate le ambulanze, stop a barelle e seggiolini
di Claudio Comirato
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Domenica 11 Dicembre 2022, 03:00 - Ultimo aggiornamento: 12 Dicembre, 07:31

ANCONA  - È stato un fine settimana tutto da dimenticare per il pronto soccorso di Torrette dove nella giornata di venerdì si sono avuti degli accessi da record, con tempi di attesa che hanno superato anche le 10 ore per i codici verdi.

Un pronto soccorso finito sotto pressione anche se nella mattinata di ieri, per le avverse condizioni meteo i tempi di attesa erano di circa 90 minuti. Un dato che dovrebbe far riflettere sul fatto che la maggior parte delle persone che arrivano in pronto soccorso non hanno avuto nessun trattamento né assistenza, se non quella telefonica da parte della medicina di base.

Gli accessi 


In poche parole, tra Covid e influenza Australiana si va in pronto soccorso per la febbre, per il mal di gola, ma anche per un dolore a un ginocchio che va avanti da oltre un mese.

Per non parlare poi delle inappetenze e dei mal di testa. Patologie che, nella stragrande maggioranza dei casi, potrebbero essere trattate in casa dai medici di base, che invece preferiscono far chiamare il 118 dai familiari del paziente e portare tutti in ospedale dove il sistema non regge e collassa, al punto tale che i tempi di attesa si dilatano. Per non parlare poi di quelli che preferiscono arrivare in pronto soccorso con i mezzi del 118, convinti di poter saltare la fila: cosa assolutamente non vera. 


L’ingorgo


A margine di tutta questa situazione, che finisce con l’ingolfare il pronto soccorso, c’è un altro aspetto che determina, spesso e volentieri, il blocco delle ambulanze proprio del 118. Della serie: un’affluenza così sostenuta comporta l’utilizzo di tutte le barelle e le seggioline presenti al pronto soccorso, dove i pazienti attendono per ore il proprio turno magari per una sindrome influenzale o un dolore a un ginocchio. La conseguenza è che quando i pazienti arrivano in pronto soccorso il personale del 118 una volta effettuato il triage non sa dove sistemare l’ammalato di turno. Allora non resta che attendere che si liberi una seggiolina o una barella.

Mezzi di soccorso che restano fermi anche per un ora, nonostante i tentativi del personale del triage di reperire nuove barelle o altre carrozzine dove mettere gli ammalati. Personale del triage che spesso subisce gli attacchi da parte di una utenza sempre più indispettita, ma che a volte dimentica la vera funzione del pronto soccorso.

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