Ucraina-Abruzzo solo andata: «Il mio viaggio con i bambini orfani»

Ucraina-Abruzzo solo andata: «Il mio viaggio con i bimbi orfani»
Ucraina-Abruzzo solo andata: «Il mio viaggio con i bimbi orfani»
di Maurizio Di Biagio
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Martedì 15 Marzo 2022, 09:30

I bambini ucraini, oggi ospiti a Cerchio in provincia dell'Aquila, sono stati portati in salvo da un autista di Teramo. Un viaggio che non dimenticherà mai. «Bambini di soli quattro anni o anche di otto, disperati, senza più i genitori, persi per questa maledetta guerra, che vagavano per le strade di Kiev o in altre città sotto assedio, afferrati al volo da mamme ucraine coraggiose e accompagnati sull’autobus» racconta Candido Finafiore, 54 anni, di cui 32 come autista della Baltour che lunedì 7 marzo è arrivato fin alla frontiera magiara, a 20 km da Kosov, in Ucraina, per portarli in Abruzzo.

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Il suo racconto è toccante. Sul bus salgono bambini strappati alla loro infanzia, cresciuti all’improvviso subendo uno dei traumi più inimmaginabili: la perdita dei genitori e il terrore delle bombe. Il viaggio è lunghissimo: 3.200 km tra andata e ritorno. I volti tirati e gli occhi spauriti, Candido non se li scorderà mai più nella sua vita, vite spezzate che il gran cuore delle mamme ucraine sono riuscite a recuperare lungo i sentieri e le strade rotte da echi di cannonate e sibili di missili. A bordo le addette della Croce rossa fanno subito il tampone ai piccoli viaggiatori. «È scappata qualche lacrimuccia ai più piccoli, li abbiamo subito consolati», dice Finafiore. Lungo il tragitto unica oasi «quel parco giochi dopo frontiera, forse il primo sorriso rubato alla guerra dopo tanti giorni: lì abbiamo deciso di prolungare la sosta, hanno raccolto fiori e stavano iniziando a far pace col mondo», racconta commosso Fianafiore.

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L’autista alla frontiera ha visto un sacerdote che accompagnava diversi bambini di un orfanotrofio, poi saliti a bordo del suo autobus. «Erano silenziosi, ci guardavano con sospetto all’inizio - racconta - Altri bambini, invece, sono arrivati alla frontiera da Kiev facendo un viaggio in treno». Molti di questi piccoli sfortunati non conoscono le sorti dei genitori. Il fenomeno, secondo le ultime stime, riguarda complessivamente 100 mila piccoli orfani ucraini. «Quel lunedì a bordo del bus c’era una quarantina di bambini, tra cui ragazzini di 12-14 anni. C’erano anche otto mamme e un signore che aveva accanto a sé due gemelli, in più anche componenti della Croce verde, di associazioni e due interpreti che hanno raccontato come le donne in fuga si prendessero cura dei bambini abbandonati», dice. Una volta al sicuro in Italia, a Cerchio, i bambini si sono tranquillizzati, ma poco prima dell’arrivo, nei pressi di Celano, nei loro occhi è comparso il terrore alla vista di intensi bagliori di luce provenire dalla cittadina della Marsica: «Ai piccoli erano tornate in mente le terribili immagini delle esplosioni». «Continueranno i viaggi verso l’Ucraina» assicura il presidente Baltour, Agostino Ballone, che per il momento ha sospeso le corse trisettimanali delle linee Genova-Kiev e Napoli Kiev, ed afferma che tornerà quanto prima a dare una mano al popolo ucraino. «D’altronde noi siamo stati tra i pionieri, tra i primi ad arrivare lì, e non vogliamo far mancare il nostro supporto», chiude Ballone. 

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