Fossombrone, strage in galleria: il funerale a Stefano Sabbatini. Le parole dei figli Samuele e Saverio commuovono tutti: «Un angelo custode»

Fossombrone, tragedia dell'ambulanza, ultimo saluto a Stefano Sabbatini, le parole dei figli Samuele e Saverio commuovono tutti: «Un angelo custode»
Fossombrone, tragedia dell'ambulanza, ultimo saluto a Stefano Sabbatini, le parole dei figli Samuele e Saverio commuovono tutti: «Un angelo custode»
di Roberto Giungi
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Mercoledì 3 Gennaio 2024, 23:40 - Ultimo aggiornamento: 5 Gennaio, 07:28

FOSSOMBRONE - La chiesa di Santa Maria Ausiliatrice a Fossombrone non ha contenuto le tante persone che hanno voluto rendere l’ultimo omaggio a Stefano Sabbatini, il 59enne autista soccorritore che ha perso la vita, insieme a due colleghi sanitari e al paziente che veniva trasportato dall’ospedale di Fossombrone a quello di Urbino, nel tragico schianto dell’ambulanza finita contro un pullman carico di ragazzini, per buona fortuna rimasti illesi.

La partecipazione

Oltre alla presenza dei vari corpi militari e della protezione civile non sono mancati i tanti colleghi di lavoro ancora con le lacrime agli occhi.

E una domanda insistenti per chiunque: ma cose è successo davvero quel 27 dicembre? «In una strana coincidenza – ha evidenziato il parroco don Steven Carboni - in quella galleria la morte ha incontrato la vita rappresentata da tanti ragazzini». Hanno portato la loro solidarietà il sindaco di Fossombrone Massimo Berloni, il vice sindaco di Fossombrone Michele Chiarabilli, il presidente della Provincia Giuseppe Paolini e Elisabetta Foschi per il Comune di Urbino. Struggente il ricordo del babbo da parte dei figli Samuele e Valerio. «Per noi da bambini lui era una eroi, da grandi abbiamo capito che è un angelo custode». E’ stata la conferma della figura di un uomo generoso, attento, dedito al proprio lavoro animato da una passione unica. Sarà difficile dimenticare Stefano Sabbatini che lascia un segno profondo.

La parabola del buon samaritano

Don Steven ha fatto ricorso alla storia del buon samaritano. L’unico ad essersi fermato per aiutare l’uomo rimasto vittima di un’aggressione. A differenza di quanti sono passati prima, compreso un sacerdote che aveva fatto finta di non vedere, il samaritano resta un esempio fulgido di solidarietà che nasce da un cuore generoso. «E’ tutto passato in forma talmente veloce - ha aggiunto il celebrante - che nemmeno ci rendiamo conto di cosa la vita possa riservarci. Resta la considerazione fondamentale che non dobbiamo mai perdere la speranza abbinata al coraggio che ci fa capire che il Signore non lascia solo l’uomo. E’ pronto a consolarlo, aiutarlo per fargli capire che un giorno la morte sarà sconfitta E Stefano come tutti gli altri che hanno lasciato questo mondo abbiamo la sicurezza di incontrarli di nuovo». Si chiude ma solo simbolicamente una storia mai così triste e devastante. Un Natale che rimane scolpito come evento tragico e luttuoso per tutta la comunità che ha dato prova di grande compattezza e sensibilità.

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