ANCONA L’anno di cerniera. Lo spartiacque tra quanto è stato fatto e quanto si deve iniziare a fare. Per questa sua capacità di rappresentare l’anello di congiunzione tra passato e futuro, il Rapporto 2023 sullo stato di attuazione delle politiche comunitarie deliberato lo scorso 12 giugno dalla giunta regionale - da presentare durante la sessione ad hoc che ogni anno va in scena in Consiglio regionale - ha un valore doppio. Stila infatti un bilancio sul settennio della programmazione europea 2014/2020 agli sgoccioli, e traccia le linee guida su cui dovrà muoversi il nuovo settennio 2021/2027, con il compito di far uscire le Marche dal gruppo delle regioni in transizione in cui sono scivolate.
Lo spostamento
Fin qui, la capacità delle Marche di spendere i soldi arrivati di Bruxelles ha mostrato margini di miglioramento.
Il nuovo corso
Un cambiamento in corsa per evitare di perdere i soldi. Ma nel settennio appena partito bisognerà dimostrare decisamente più intraprendenza nella capacità di spendere le risorse che ci arrivano. Infatti, tra Fesr e Fse, pioverà sulle Marche oltre un miliardo di euro, con un incremento di circa il 66% alla programmazione 2014-20 a causa del riconoscimento dello status di regione in transizione per il peggioramento della situazione socio-economica regionale. Per non ricadere negli stessi errori, Palazzo Raffaello sta provando a partire per tempo: tra febbraio e maggio 2023 sono stati avviate i primi bandi di attuazione del programma: incentivi alle imprese per attività di ricerca industriale e sviluppo sperimentale negli ambiti della Strategia regionale di specializzazione intelligente (con dotazione da 45 milioni di euro), e cofinanziamento di accordi di innovazione approvati dal Ministero delle Imprese e del Made in Italy (4 milioni più altri 4 di risorse ministeriali). Ad arrancare è invece questa volta il fondo Fse, che nella programmazione 2014/2020 aveva fatto molto bene quanto a capacità di spesa. «Causa il ritardo registrato in fase di avvio - specifica il report - alla data del 30 aprile 2023 non risulta ancora approvato nessun intervento e non si registra l’assunzione di impegni di spesa giuridicamente vincolanti». Va detto che i due programmi - Fesr e Fse - sono stati adottati dalla Commissione europea rispettivamente il 12 ottobre 2022 e il 15 novembre 2022: considerando che la programmazione sarebbe dovuta partire nel 2021, un ritardo c’è stato davvero. Ma non appare di buon auspicio lo zero assoluto registrato fino al 30 aprile. Se si vuole tornare nel gruppo delle regioni più sviluppate d’Europa, bisogna correre. E anche veloce.