ANCONA Nell’attesa che la nuova programmazione 2021/2027 dei fondi europei da oltre 1 miliardo veda finalmente la luce - i pronostici parlano del prossimo autunno quale data di avvio -, si traccia un bilancio di quella precedente, conclusa nel 2020, ma con tre anni di tempo aggiuntivi per completare la certificazione dei pagamenti. Ieri in Consiglio regionale è stato presentato il rapporto sullo stato di attuazione delle politiche comunitarie, con annessa polemica tra chi quella programmazione l’ha gestita da protagonista - il Pd allora alla guida di Palazzo Raffaello - e chi l’ha ereditata, ovvero i nuovi inquilini di centrodestra. E come spesso accade, ai lati opposti del ring ci sono il capogruppo di Fratelli d’Italia Carlo Ciccioli e la consigliera dem ed ex assessora della giunta Ceriscioli, Manuela Bora. Ma procediamo con ordine.
Il bilancio
A tracciare il quadro del settennio 2014/2020 è stato il presidente della commissione Sviluppo economico Andrea Putzu, che nella sua relazione ha sciorinato i numeri del rapporto.
Agricoltura e pesca
Dell’intero plafond, 645 milioni di euro sono stati impegnati a favore dei beneficiari - a fronte di 44.585 domande ammesse a finanziamento - e 311 milioni di euro sono i contributi liquidati. Chiude l’elenco il Feamp, che finanzia il piano per la pesca. La dotazione totale era di 31.583.536 euro, con l’obiettivo di spendere entro il 31 dicembre 2021, 15.1464.609 euro. Le Marche hanno fatto anche meglio, spendendone 16.116.646. «Il rapporto certifica l’ottima gestione delle risorse comunitarie 2014-2020 della giunta Ceriscioli - rimarca Bora - Finalmente, è stata posta la pietra tombale sulle illazioni e le critiche ingiustificate mosse negli anni da interpreti faziosi e impreparati come l’allora consigliere di minoranza Mirco Carloni, oggi vice presidente», colpisce duro la consigliera, che attacca la gestione della giunta Acquaroli: «Negli ultimi due anni si è registrato un preoccupante rallentamento nei pagamenti, che costituiscono il solo e unico impegno attuale per quanto riguarda il settennio 2014-2020». Posizione a cui fa da contraltare quella di Ciccioli: «La precedente programmazione europea presenta più ombre che luci e anche per questo siamo finiti in Regione in transizione». E fa un’analisi dei numeri del tutto opposta a quella di Bora: «Le Marche sono maglia nera nella spesa del Fesr, secondo l’analisi degli ultimi dati pubblicati sul portale Cohesion Data della Commissione europea». I numeri sono numeri. Poi ci sono le interpretazioni politiche.