Dal porto ai voli (vecchi e nuovi) le infrastrutture delle Marche continuano a ballare da sole

Dal porto ai voli (vecchi e nuovi) le infrastrutture delle Marche continuano a ballare da sole
Dal porto ai voli (vecchi e nuovi) le infrastrutture delle Marche continuano a ballare da sole
di Martina Marinangeli
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Domenica 5 Novembre 2023, 02:00 - Ultimo aggiornamento: 15:37

ANCONA - Sono le principali porte di accesso alla nostra regione, ma si stanno trasformando in vicoli ciechi. Parliamo del porto di Ancona e dell’aeroporto Sanzio, due delle più importanti infrastrutture marchigiane finite negli ultimi giorni sotto i riflettori tra colpi di scena e duelli al calor bianco. Nel primo caso per divaricazioni politiche; nel secondo per diatribe più tecniche. Ma in entrambe le situazioni non si capisce chi debba prendere in mano le redini e i due scali continuano a ballare da soli. Partiamo dal golfo dorico e, nello specifico, da un molo che sta creando un ginepraio all’interno del centrodestra.


Le distanze incolmabili


La porzione di porto in questione è quella del Molo Clementino, che nei progetti della precedente amministrazione dorica a guida Mancinelli, sarebbe dovuto diventare un terminal crociere (costo: 22 milioni di euro). La Msc avrebbe voluto erigere a proprie spese - dopo aver partecipato al bando e in caso di assegnazione - il suo home port in un’area di 7.400 mq per un movimento stimato in 350-400mila croceristi a stagione. Il progetto è attualmente al vaglio del ministero dell’Ambiente per la Valutazione di impatto ambientale e l’Autorità portuale, guidata da Vincenzo Garofalo (espressione del centrodestra), va avanti con l’iter. 
Ma è proprio qui che si crea l’intoppo: il sindaco di Ancona Daniele Silvetti si è detto contrario all’opera fin dalla campagna elettorale che lo ha portato a sedere sullo scranno più alto di Palazzo del Popolo.

E ora resta sulla stessa posizione: troppo impattante a livello ambientale per proseguire. Salvo però aggiungere che la parola finale spetta al ministero dell’Ambiente. 


L’intervento a gamba tesa


Ma intanto nel capoluogo è esploso il caso politico dal momento che il capogruppo regionale di FdI Carlo Ciccioli - che ha anche molta influenza sul consiglio comunale dorico - ha iniziato a remare energicamente a favore del progetto, portandosi dietro i Fratelli d’Italia made in Ancona. L’alternativa messa sul piatto da Silvetti è quella della penisola tra le banchine 27 e 28, che allontanerebbe gli attracchi dalla città. Ma sebbene l’iter progettuale sia arrivato, l’opera ha tempi lunghi e, nel migliore dei casi, la vedremo realizzata tra 20 anni. L’altro fronte caldo che si è aperto di recente sulle infrastrutture è quello del Sanzio, con gli stop&go di Aeroitalia che non pochi danni hanno causato all’immagine di uno scalo sulla strada del riscatto. Prima l’annuncio di un divorzio pressoché totale dalle Marche «a causa del mancato adempimento degli impegni da parte di Atim», scriveva la compagnia lo scorso 27 ottobre. Poi la piroetta su se stessa. 


Il futuro incerto


Alla fine caleranno i titoli di coda solo su Vienna e Bucarest. La rotta per Barcellona verrà ripristinata dal 1° dicembre. E sui tre collegamenti domestici per la continuità territoriale verso Roma Fiumicino, Milano Linate e Napoli è intervenuto direttamente l’Enac per diffidare Aeroitalia affinché onori gli impegni presi. Ma intanto la querelle ha scosso il Sanzio dalle fondamenta e ora si guarda al futuro con meno certezze. E il nodo del contratto da 750mila euro che, secondo Aeroitalia, Atim non avrebbe onorato, ha fatto salire le opposizioni sulle barricate, con il caso che si appresta a deflagrare a breve nell’aula del Consiglio regionale.
 

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