Clemente Rossi (consulente Regione): «Per rilanciare l’aeroporto dobbiamo aprirci ai Balcani»

Clemente Rossi (consulente Regione): «Per rilanciare l’aeroporto dobbiamo aprirci ai Balcani»
Clemente Rossi (consulente Regione): «Per rilanciare l’aeroporto dobbiamo aprirci ai Balcani»
di Véronique Angeletti
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Sabato 4 Novembre 2023, 04:25 - Ultimo aggiornamento: 12:10

Clemente Rossi, consigliere delegato all’Urbanistica del Comune di Falconara e consulente dell’assessore regionale con delega all’Urbanistica Stefano Aguzzi ha inviato al nostro giornale una lettera circostanziata sul caso Atim, Regione Marche e Aeroitalia.
Partiamo dai dubbi. Perché s’interroga sulla meccanica su cui si fonda la controversia?
«Perché nella vicenda ci sono tanti punti su cui dobbiamo riflettere. Il primo è se sia normale che nessuno s’interroghi sul fatto che un unico vettore si sia presentato ad una gara, quella dei voli di continuità, così importante ma visibilmente poco appetibile». 


Cos’altro?

«Se è normale che, senza prendere maggiori tutele, si sia accettato come partner una compagnia - Aeroitalia - già nota, in negativo, per le vicissitudini di Forlì (collaborazione interrotta dalla società di gestione dell’aeroscalo per inadempienza tra voli cancellati, ritardi, eccetera) e per quelle in Sardegna (con Federalberghi sulle barricate per gli stessi motivi). Ma più di tutto dobbiamo chiederci se la linea d’azione rientrava in uno piano strategico preventivamente concordato e condiviso con gli operatori del settore». 
Perché questo dubbio?
«Nasce da un’intervista sul Corriere Adriatico del 30 ottobre al tour operator Ludovico Scortichini, attuale presidente di Confindustria Turismo, che rammenta l’eccezionale vitalità dell’aeroporto di Falconara durante la Guerra dei Balcani».
Ma erano tempi diversi: l’aeroporto marchigiano era fondamentale per i viaggiatori e il commercio. 
«Dava corpo ad un ruolo del Sanzio e delle Marche che ricorda oggi Scortichini quando parla di Ancona e del suo porto come la porta dei Balcani e suggerisce di disegnare la Dorica come hub di quella penisola dell’Europa Orientale».
Un nuovo fronte?
«Ci ricorda il rapporto che il Sanzio potrebbe avere con un’area geografica da rivalutare nell’ambito di relazioni commerciali, di contatti diplomatici e di contaminazioni culturali». 
Propone quindi un’altra linea strategica. 
«Se si creano preventivamente valide prospettive economiche, coinvolgere gli opportuni vettori aerei diventa secondario». 
Come?
«Ci sarà pur sempre una società seria e ben organizzata. E non si avranno bandi disertati o, peggio, con un solo contendente».
Un ritorno al futuro con le Marche di nuovo leader della Macroregione Adriatico-Ionica?
«Perché no. Soprattutto considerando che la nostra regione può offrire una rara combinazione di attrattiva turistica e industriale, la base di un vero e proprio “Sistema Regione”, di cui le infrastrutture di trasporto costituiscono un imprescindibile volano, se non addirittura il motore».
 

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