Più collegamenti con gli hub per il rilancio dell’aeroporto

Più collegamenti con gli hub per il rilancio dell’aeroporto

di Sauro Longhi
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Lunedì 8 Aprile 2024, 02:35 - Ultimo aggiornamento: 21:09

Prendo spunto dall’editoriale del Direttore Laurenzi e dai tanti contributi apparsi sulle pagine di questo giornale sulle soluzioni per connettere le Marche con il mondo partendo dall’aeroporto di Falconara. Ho sperimentato le scelte di continuità territoriale operate con Aeroitalia lo scorso mese di ottobre, un viaggio in orario su Napoli, in poco più di un ora siamo arrivati a destinazione, ma eravamo solo in 6 e così il ritorno. In altre occasioni per raggiungere e tornare in giornata da Milano ho preferito il treno, con più certezze negli orari di arrivo e di partenza. Mentre per i frequenti viaggi verso le sedi europee del JRC della Commissione Europea, l’unica soluzione percorribile è stata partire da Falconara con la Lufthansa.

Non sono un economista dei trasporti né tantomeno un ingegnere dei trasporti, ma una persona che viaggia per lavoro e che a volte ospita colleghi stranieri presso la Facoltà di ingegneria, ma comprendo che le scelte operate per rilanciare l’aeroporto, e soprattutto per rendere agile partire e ritornare nelle Marche, non possono basarsi su tre voli di continuità su tre città, anche se importanti.

Le compagnie coinvolte, prima Aeroitalia (che l’ha ottenuta solo a febbraio), ora SkyAlps, non dispongono di certificazioni Iosa (Iata Operational Safety Audit), quindi una volta arrivati in una di queste città per prendere l’eventuale volo per raggiungere la destinazione finale occorre recuperare il bagaglio uscire dall’aeroporto per poi rientrare e fare un nuovo check-in.

Ben diversa la soluzione che offre Lufthansa sempre da Falconara con un volo su Monaco di Baviera e da qui una grande quantità di voli per raggiungere quasi ogni parte del mondo, con i bagagli che si consegnano a Falconara e si ritirano a destinazione senza ulteriori check-in intermedi. Quest’ultimo è il modello hub-spoke sviluppato dalle maggiori compagnie aeree e che permette di aumentare i flussi di passeggeri dagli spoke, aeroporti come Falconara, dato che più passeggeri sono interessati a raggiungere l’hub, come Monaco, dove si concentra un considerevole numero di voli per molteplici destinazioni. È un modello ampiamente condiviso e diffuso capace di rendere sostenibile ed efficiente il servizio di trasporto aereo. I voli da Falconara vanno proposti verso gli hub se si vuole rilanciare l’aeroporto.

Un hub è sicuramente Roma Fiumicino e non Napoli o Milano Linate. Pertanto, andrebbe potenziata questa unica soluzione magari con più voli giornalieri evitando inutili sprechi di denaro pubblico per voli quasi sempre vuoti, come ormai verificato con le soluzioni di continuità proposte. Ad oggi, chi dal mondo vuole raggiungere direttamente le Marche in aereo può farlo solo passando per Monaco, ed infatti non avendo concorrenza, i costi dei biglietti su questa tratta sono aumentati ben oltre il tasso di inflazione. Il mio augurio è che nel prossimo bando l’Amministrazione regionale proponga una soluzione di questo tipo, con voli di continuità solo verso hub e con compagnie che dispongano della certificazione IOSA necessaria per implementare il modello hub-spoke. Altrimenti si rischia di sprecare risorse, come di fatto sta avvenendo per il tratto autostradale dell’A14 al sud delle Marche, dove le necessarie opere di manutenzione straordinaria potevano essere trasformate in opere di adeguamento a tre corsie, ormai più che necessarie per questa arteria. Il disagio creato dai lavori avrebbe almeno restituito un’autostrada più sicura e una complanare per alleggerire il traffico sulla parallela Strada Statale 16, così come si è fatto nel tratto all’altezza di Senigallia.

Anche qui, non sono un ingegnere dei trasporti, ma una persona che spesso attraversa questo tratto autostradale, con continui rallentamenti ed incidenti, che deteriorano ulteriormente l’infrastruttura, come avvenuto la scorsa settimana nel terribile incendio in galleria. Un discorso del tutto particolare meriterebbero i trasporti ferroviari. Anche qui vi è una visione, una strategia per portare in tempi ragionevoli questo servizio ai livelli europei? Per Roma continuo ad impiegare lo stesso tempo che impiegavo da giovane militare di leva, e sono passati più di quarant’anni. Quanto tempo dovremo ancora attendere per raggiungere Roma o Milano in due ore? Ci riusciranno i miei pronipoti?

*Dipartimento di Ingegneria dell’informazione
Facoltà di Ingegneria 
Università Politecnica 
delle Marche

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