Interporto, la nuova era: ecco il Piano strategico per raddoppiare i traffici

Interporto, la nuova era: ecco il Piano strategico per raddoppiare i traffici
Interporto, la nuova era: ecco il Piano strategico per raddoppiare i traffici
di Martina Marinangeli
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Mercoledì 17 Gennaio 2024, 04:40 - Ultimo aggiornamento: 18 Gennaio, 15:28

ANCONA - Il new deal dell’Interporto può cominciare. Parte della piattaforma logistica delle Marche insieme al porto e all’aeroporto, nei piani della Regione dovrebbe costituire il cuore del sistema di movimentazione delle merci per il centro Italia e non solo. Un progetto ambizioso che può beneficiare della spinta propulsiva del mega hub Amazon in corso di realizzazione a due passi da via Coppetella. Ma a che punto è? Ieri, nella sala Marconi dell’Autorità portuale, è stato presentato il Piano di sviluppo dell’infrastruttura dall’enorme potenziale, rimasta fin troppo a lungo una cattedrale nel deserto. 

La platea

Ed è stato illustrato di fronte ad un parterre de rois composto, tra gli altri, dal governatore Francesco Acquaroli, dal presidente dell’Authority Vincenzo Garofalo, dall’ad di Ancona International Airport Alexander D’Orsogna, dal presidente di Istao Mario Baldassarri e da pesi massimi del porto di Ancona quali gli imprenditori Alberto Rossi e Andrea Morandi. «Abbiamo avviato un modello innovativo di coinvolgimento degli stakeholder e delle istituzioni - spiega il presidente di Interporto spa Massimo Stronati, affiancato dai consiglieri d’amministrazione Roberta Fileni e Gilberto Gasparoni - iniziando la serie degli incontri previsti dal porto, ma proseguiremo con le associazioni di categoria, con le singole aziende e anche con i sindaci della Vallesina.

Siamo a disposizione per ascoltare le proposte degli operatori e degli imprenditori», la mano tesa. Ad illustrare le linee guida del Piano, la prof Anna Masutti, già presidente di Rete Ferroviaria Italiana e tra i principali redattori del documento, commissionato alla Rplt di Milano.

Le direttrici del futuro

Intermodabilità e sostenibilità saranno le due colonne portanti dello sviluppo dell’interporto. Innanzitutto sono previsti investimenti per la realizzazione di tre nuovi binari per raddoppiare il numero dei treni in transito (rispetto ai 300 dello scorso anno): al potenziamento della logistica ferroviaria sono destinati 20 milioni.

«Il traffico ferroviario merci dei porti e dell’interporto delle Marche si prevede in crescita, con un cargo 2023/2028 a +1,5% - spiega il Piano - delle 43 milioni di tonnellate di merci trasportate su gomma e degli 11 trasportati via mare, circa il 60% è potenzialmente trasferibile su ferro». Altri lavori, finanziati da Ministero delle Infrastrutture e risorse proprie dell’azienda, riguarderanno gli interventi di manutenzione straordinaria della palazzina direzionale e la realizzazione dell'area di stoccaggio doganale da 5mila mq (1,5 milioni), il parcheggio da 15mila mq con impianto di illuminazione, videosorveglianza e recinzione (1,5 milioni).

I lavori

E ancora: l'area container e stoccaggio merci da 10mila mq (1 milione) e la realizzazione della banchina per il carico-scarico (2 milioni). Per quanto riguarda la sostenibilità è prevista la creazione di una comunità energetica rinnovabile, benché stando al Piano di sviluppo, parliamo di un’azione più tarata sul lungo periodo. La Cer farà leva sull'energia solare e su un impianto per la distribuzione dell’idrogeno per autotrazione; due progetti che puntano a rendere più sostenibile il sistema logistico regionale. La svolta green passa anche per una riduzione delle emissioni inquinanti, che verrà ottenuta grazie allo shift modale, nel caso delle merci, dalla strada alla ferrovia, puntando sul sistema integrato porto-interporto e, nel caso delle persone, dal mezzo privato al Tpl e quindi al minore utilizzo del mezzo su gomma nell’ambito delle varie combinazioni strada/mare/aria/ferrovia. Attualmente, l’interporto è proprietario di circa 50 ettari di terreno serviti da un impianto ferroviario di tre fasci con tre binari l'uno raccordato alla linea Orte –Falconara.

«Tuttavia - viene osservato nel Piano di sviluppo - il traffico generato dall'interporto (oggi solo tramite la società Dpa che opera al suo interno) risulta inferiore rispetto alla capacità teorica disponibile». Di qui la necessaria spinta che si spera di dare con il Piano strategico che guarda anche ad un orizzonte di medio-lungo periodo, con lo scopo di far uscire finalmente l’interporto dalle sabbie mobili.

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