Orte-Falconara, c’è speranza per il terzo lotto: «Il tratto tra Serra San Quirico e Castelplanio verrà rifinanziato»

Orte-Falconara, c’è speranza per il terzo lotto: «Il tratto tra Serra San Quirico e Castelplanio verrà rifinanziato»
Orte-Falconara, c’è speranza per il terzo lotto: «Il tratto tra Serra San Quirico e Castelplanio verrà rifinanziato»
di Antonio Pio Guerra
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Venerdì 15 Marzo 2024, 05:50 - Ultimo aggiornamento: 16 Marzo, 15:13

ANCONA Non tutto è perduto per il terzo lotto della Orte-Falconara, quello tra Serra San Quirico e Castelplanio. «I finanziamenti spostati verranno reintrodotti attraverso un nuovo Contratto di programma con Rfi non appena sarà arrivato il progetto» rassicura Nardo Goffi, capo del Dipartimento Infrastrutture, Territorio e Protezione Civile della Regione. Quasi una soffiata, una «comunicazione informale» dal Ministero delle Infrastrutture e addirittura «non si tratterà di rimettere i soldi di prima ma di metterne di più». Sembra di sognare.

Il flashback

La scorsa estate, infatti, proprio il Mit aveva cancellato con un colpo di spugna i 330 milioni messi a budget per la terza tranche del raddoppio della ferrovia che collega le Marche a Roma.

Soldi che rappresentavano un primo passo rispetto ai soli 4 milioni rimasti ora sul conto. Briciole di cui, ieri mattina, hanno chiesto conto i consiglieri del Partito democratico di Ancona durante una commissione apposita sulla Orte Falconara. L’occasione è quella giusta per fare il punto su quest’opera colossale, in cantiere da 30 anni e che farebbe risparmiare «dai 39 ai 49 minuti» nella tratta Ancona-Roma. I lotti con l’iter progettuale più avviato sono tre: il primo che tocca Genga, il secondo che va da Genga a Serra San Quirico ed il terzo - appunto - tra Serra e Castelplanio. Ad oggi, i soldi per l’avvio dei lavori ci sono solo per il secondo, già appaltato e di cui è in fase di ultimazione il progetto esecutivo.

Gli stralci

Gli altri due, invece, sono ancora nella fase della progettazione. Tra tante incertezze, il dirigente regionale fissa alcuni punti fermi: la realizzazione dell’adeguamento tecnologico della Falconara-Castelplanio (e non solo), lavori da 36 milioni per portare la velocità massima dei convogli a 200 km/h; e i fondi per l'elettrificazione della Civitanova-Albacina e pure quelli per il raddoppio della parte finale di questa linea.

Ancora in progettazione, invece, il raddoppio della Spoleto-Terni da 572 milioni. Ma il nodo gordiano è un altro, ovvero il cantiere per il raddoppio della Foligno-Fabriano. Qui entriamo nel campo delle elucubrazioni: con un costo di circa 2 miliardi di euro, «ci si penserà alla fine» commenta Goffi. Poi c’è il nodo - strategico - della linea Adriatica. La Regione ha già deciso: «Nel Piano Infrastrutture indichiamo la necessità del raddoppio e non dello spostamento», spiega il dirigente.

La novità

Quest’ipotesi permetterebbe infatti di avere una prima infrastruttura - interna per le merci ed i treni a lunga percorrenza ed una seconda (quella già esistente, sul mare) da trasformare in una metropolitana di superficie «che serva i 700mila abitanti della costa». Rfi ha già elaborato una serie di alternative progettuali per portare l’alta velocità sul versante adriatico ed ora toccherà a Regione e Mit decidere la più adatta. Il passo avanti dopo la promessa - mantenuta - che il sottosegretario alle Infrastrutture Galeazzo Bignami aveva rivolto un anno fa agli imprenditori anconetani durante un convegno organizzato da Confindustria proprio sull’alta velocità. Il treno dei desideri (forse) ha smesso di andare all'incontrario.

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