Raddoppio della Orte-Falconara, piccoli segnali di luce: «Il secondo lotto finito a giugno 2026. Genga-Serra S. Quirico, prima pietra entro il 2024»

Parla il commissario straordinario Macello

Raddoppio della Orte-Falconara, parla il commissario straordinario Macello
Raddoppio della Orte-Falconara, parla il commissario straordinario Macello
di Martina Marinangeli
3 Minuti di Lettura
Sabato 7 Ottobre 2023, 02:55 - Ultimo aggiornamento: 8 Ottobre, 08:17

Vincenzo Macello, commissario straordinario per la Orte-Falconara e vicedirettore generale operation di Rfi: partiamo dalle note positive. Il progetto di raddoppio dei binari tra Genga e Serra San Quirico (Lotto 2) è in fase di gara: che tempi ci sono?
«Entro dicembre verrà affidato l’appalto».
La posa della prima pietra?
«Da dicembre servono poi sei mesi di progettazione: con l’appalto integrato, infatti, andiamo a gara con un progetto di fattibilità e l’impresa appaltatrice sviluppa il progetto esecutivo. Diciamo prima pietra entro il 2024».

 
E la conclusione dei lavori dovrà essere per forza entro il 2026, dato che il tratto beneficia dei fondi Pnrr.
«Come data di ultimazione diamo giugno 2026 sia per il tratto Genga-Serra San Quirico che per quello Pm228-Albacina. In questo secondo caso parliamo di 173 milioni di euro, sempre dal Pnrr: stiamo chiudendo l’iter autorizzativo e poi andiamo a gara entro l’anno».
Ora le note dolenti: al Lotto 3 Serra San Quirico-Castelplanio sono stati tolti i 330 milioni inizialmente previsti nel Contratto di programma: cosa è successo?
«Dal Pnrr avevamo un finanziamento da circa 600 milioni e abbiamo fatto la progettazione. Nel 2022, però, il rincaro dei materiali ha aumentato il costo dei nostri lavori del 45%: questo ci ha costretto a ridurre i lotti che potevano essere messi a gara. Però i progetti sono già pronti e li abbiamo consegnati al Consiglio superiore dei lavori pubblici. Sono in fase di autorizzazione».
Quindi il Lotto 3 quando sarà rifinanziato?
«Nei prossimi aggiornamenti del Contratto di programma. Dico solo che quando i progetti sono maturi c’è anche l’opportunità di ricevere finanziamenti per la parte realizzativa e mettere a terra il progetto». 
Quando potremo veder realizzato il raddoppio sull’intero tratto Pm228-Castelplanio?
«Dipende dalla copertura finanziaria e dai tempi dell’iter autorizzativo: ancora non possiamo dare date precise».
Fin qui la parte progettata, poi si naviga a vista: a che punto siamo per il raddoppio sulla Spoleto-Terni?
«Entro l’anno chiudiamo il progetto di fattibilità tecnico-economica».
E la Foligno-Fabriano?
«Anni fa venne fatto un progetto preliminare, che già allora prevedeva un costo notevole (circa 1,5 miliardi). Dobbiamo essere realisti: stiamo progettando le tecnologie per velocizzare quella tratta e insieme le rettifiche di tracciato selettive con segmenti di raddoppio. Ci sono 36 milioni di euro investiti per la velocizzazione, già appaltati: così sarà possibile recuperare 20 minuti sui tempi di percorrenza». 
Con questi raddoppi stralcio non sorge il rischio di non veder mai realizzato il raddoppio vero e proprio?
«Cerchiamo intanto di partire con le prime fasi di quello che potrebbe essere l’intervento di regime. Non è un intervento a perdere».
Cambiamo direttrice: lungo la linea Adriatica il Governo ha chiesto a Rfi uno studio per realizzare l’Alta velocità in arretramento.
«Completeremo il documento di fattibilità delle alternative progettuali entro l’anno. Stiamo dunque studiando più alternative, ma è ovvio che, vista l’orografia del territorio e l’antropizzazione sulla costa, è impensabile fare un’altra linea in affiancamento all’esistente. Quindi sarebbe arretrata per avere dei benefici sia da un punto di vista ambientale che di tracciato». 
È un’opera fattibile?
«Ogni alternativa progettuale che valutiamo ha un’analisi multi criterio che va a misurare anche la sostenibilità economico-finanziaria. Avremo le nostre risposte entro l’anno, ma noi ci crediamo. Intanto, abbiamo messo 3,7 miliardi per la velocizzazione dell’Adriatica». 

 
© RIPRODUZIONE RISERVATA