Tolentino, carabiniere assassinato
"Il delitto in caserma una scelta precisa"

Tolentino, carabiniere assassinato "Il delitto in caserma una scelta precisa"
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Giovedì 20 Agosto 2015, 22:03 - Ultimo aggiornamento: 2 Settembre, 16:52
TOLENTINO - Nessuno scherzo, nessun incidente: Emanuele Armeni voleva uccidere il collega Emanuele Lucentini e per farlo ha scelto accuratamente anche il posto. In ventuno pagine, i giudici del tribunale del riesame Marco Verola, Luca Semeraro e Daniele Cenci, spiegano le motivazioni del no alla richiesta di scarcerazione avanzata dall'appuntato scelto, unico indagato per la morte del carabiniere di Tolentino. I giudici ricordano le indagini ancora aperte sul movente e l'attesa di alcuni risultati degli accertamenti richiesti dalla procura di Spoleto, ma in pratica sostengono la tesi dei procuratori Sandro Cannevale e Michela Petrini.

L'appuntato scelto Armeni resterà rinchiuso nel carcere di Spoleto per l'omicidio di Emanuele Lucentini. Per i giudici "l'esplosione del colpo di arma da fuoco di Emanuele Armeni è il frutto di una scelta consapevole e volontaria" e la traiettoria è incompatibile con un colpo accidentale. La scelta del luogo è stata studiata prima perché "paradossalmente il più sicuro": niente registrazioni delle immagini "in quanto la telecamera orientata verso il cortile non era funzionante da diversi mesi mentre le altre erano prive di impianto di registrazione". Secondo i giudici del riesame "allo stato degli atti fa si ritiene che l'esplosione del colpo di arma da fuoco di Emanuele Armeni sia il frutto di una scelta consapevole e volontaria".
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